Torna l’emergenza rifiuti abbandonati a Bastia Umbra. E, visto che il comune della cittadina umbra è stato fra i primi (da anni) ad applicare severe multe per coloro che del bene pubblico sottovalutano valore e importanza, dando sfogo ad abbandoni indisciplinati di rifiuti, ad essere prese di mira adesso sono le aree private. Forse per paura delle foto-trappole in luoghi pubblici e dei controlli (qualche caso isolato permane, soprattutto al di fuori delle campane del vetro in qualche zona viene abbandonato anche altro, esempio recente sul retro di via Pertini), i maleducati del rifiuto sono passati a deturpare infatti quelle che in realtà sono zone di privati, limitrofe e confinanti con strade e luoghi pubblici, che però vengono frequentate anche da comuni cittadini.
I giardini nell’area fra via della Repubblica e via Calabria ne sono un primo esempio di rifiuti abbandonati. Da sempre, o quasi, sono in stato di deturpazione, scatole di pizza, cibi e bottiglie lasciate a terra, sparse per tutta l’area insieme a varia immondizia. Di sera, da tempo, la zona viene spesso segnalata per schiamazzi notturni. Gli ultimi lasciti di immondizia sparsa a terra sono di questi giorni, cartacce al di fuori dei cestini se ne contavano in quantità spropositata. E la colpa? Certamente dei maleducati come detto, che troppo spesso agiscono in orari “difficili” per essere individuati. Ma non è tutto.
Al parcheggio (anch’esso privato e ripulito non più di due mesi fa) adiacente a via del Lavoro e via De Rosa, sulla strada che dalla zona industriale va a Costano, in questi giorni si osservano, fra altri residui, uno stendino in ferro, un lettore cd distrutto, un secchio in plastica per la vernice e addirittura due valige. Il tutto gettato lì, in un parcheggio privato, ai lati fra le erbacce. Bravate che costerebbero care ai responsabili che deturpano luoghi all’aperto, in più all’interno di aree il cui accesso non è in teoria consentito e con aggravio di spese per i privati stessi che nuovamente, anche su sollecitazione del comune, saranno costretti a riordinare tali luoghi per evitare che tornino ad essere discariche come già avvenuto in passato.
© Riproduzione riservata

