(AssisiNews continua con la sua sezione buone notizie, dedicato a quelle notizie che magari sono meno d’impatto ma che sono comunque significative, per Assisi o l’Umbria, perché buone e positive. Un piccolo spazio dedicato a quanto di buono – e di bello – ci circonda. Se avete una buona/bella storia da segnalarci, potete scriverci a [email protected]. Oggi dedichiamo uno spazio al campetto di San Rufino, che verrà riqualificato anche grazie al contributo delle mamme)
Ha funzionato la raccolta fondi per il campetto di San Rufino, dopo l’appello di don Cesare Provenzi per le porte da calcio che si erano rovinate. “Don Cesare ritiene opportuno metterle in sicurezza. Il campetto è un luogo di aggregazione e socializzazione importante per bambini e ragazzi, realizzato da un parroco attento alle esigenze della comunità. Aiutiamolo!”, l’appello di alcune mamme che, grazie alla mobilitazione di tanti cittadini e associazioni, hanno raccolto oltre 600 euro.
La raccolta fondi, durata circa 15 giorni, “grazie alla generosità di tanti – fanno sapere le mamme – ha permesso di raggiungere una cifra inaspettata: 645 €. Don Cesare ringrazia calorosamente tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa. Nei prossimi giorni ci informerà sulla precisa destinazione”. Il campetto di San Rufino, ricorda il Corriere dell’Umbria in edicola oggi, è una struttura polivalente, nata per iniziativa del parroco della cattedrale don Cesare Provenzi e dell’amministrazione comunale dell’epoca e realizzato in collaborazione fra Comune di Assisi, Diocesi e Parrocchia di S. Rufino su richiesta di famiglie e ragazzi.
Allestito alle spalle della cattedrale in via del Turrione (nell’orto, dove prima c’era una superficie in cemento usata per poggiare il container/chiesa ai tempi del terremoto), il campetto, in erba sintetica, era stato inaugurato alla presenza autorità civili, i ragazzi del Centro Pastorale Regina Pacis, i genitori e gli amici della comunità parrocchiale di San Rufino. Grazie alla realizzazione del campetto si sono chiusi anni di polemiche: era il 2008 quando religiosi e fedeli protestavano perché i muri di Santa Chiara venivano presi a pallonate (cosa che, in verità, qualche volta succede tuttora), lamentele cui facevano da controcanto quelle dei genitori, secondo cui “appena i nostri figli cominciano a giocare nella piazza subito arrivano i vigili urbani a dirci che i bambini disturbano”. Dopo anni di tira e molla il lieto fine, grazie anche alla “testardaggine” di don Cesare che, nel 2014, aveva portato alla creazione del campetto.
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