Un ennesimo caso di maltrattamenti in famiglia nell’assisano, finito con un divieto di avvicinamento alla ex compagna, con obbligo di mantenere una distanza non inferiore a 500 metri e contestuale divieto di comunicazione con la donna e – colpita con calci, pugni e morsi e vittima di maltrattamenti e aggressioni verbali – il controllo con il braccialetto elettronico.
A far scattare la rabbia dell’uomo, un 30enne della zona ora indagato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali – il fatto che la compagna si truccasse e si prendesse cura del suo aspetto fisico poiché avrebbe potuto attirare l’attenzione di altri uomini. Con le sue azioni l’uomo ha più volte causato alla donna lesioni personali giudicate guaribili in 10 giorni, come da referto medico del pronto soccorso. Secondo gli agenti del commissariato di Assisi guidati dal vicequestore aggiunto Francesca Di Luca “a causa dei soprusi del compagno la donna in un grave stato di ansia e di paura, tale da indurla a scappare di casa senza documenti, portafoglio e cellulare, chiedendo aiuto ad una passante per denunciare i fatti alla Polizia di Stato del Commissariato di Assisi”.
Già nel novembre 2023 i poliziotti avevano indagato per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate ed era scattato il divieto di avvicinamento alla persona offesa; provvedimento revocato qualche mese fa, a febbraio 2024, quando la donna aveva ritirato la querela. Pochi giorni dopo, il Questore di Perugia aveva emesso, a tutela della donna, un provvedimento di ammonimento a carico dell’uomo ma questi, incurante dei provvedimenti emessi nei suoi confronti, perseverava nelle medesime condotte, tanto da indurre la compagna ad allontanarsi dall’abitazione in cui convivevano; la donna si era anche recata al pronto soccorso, denunciando che erano giorni che non mangiava.
Viste le condotte dell’uomo per la loro qualità, frequenza nel tempo e per l’intensità dell’offesa arrecata avevano ingenerato un regime di vita vessatorio, mortificante e insostenibile, la procura ha richiesto una misura cautelare e il gip, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari in ordine ai delitti contestati, emetteva una ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con obbligo di mantenere una distanza non inferiore a 500 metri e contestuale divieto di comunicazione con la donna. Al fine di assicurare il rispetto della misura, il G.I.P. disponeva, altresì, il controllo mediante dispositivo elettronico, notificato all’indagato dai poliziotti.
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