Molteplici svastiche con la scritta Morte ai komu (morte ai comunisti, ndr) e w il nazismo su almeno un paio di edicole e sui cartelli stradali, in via degli Olivi, detta anche via Stradetta, la strada che da Spello porta ad Assisi. E anche offese a San Francesco, con un epiteto volgare e una freccia che indica espressamente il Santo. Succede come detto nel percorso degli ulivi tra Spello e Assisi, lungo la stradetta della Maestà di Mascicone. Sull’episodio sono in corso gli accertamenti dei carabinieri, allertati dai cittadini e anche da articoli di giornale.
Non è la prima volta che appaiono svastiche nella zona. Nella città della pace, del dialogo e della tolleranza, in una casa abbandonata nel 2020 era spuntato il graffito Duce e una svastica. Succedeva nel 2020 a Capodacqua. Successivamente anche nella zona del percorso verde tra Assisi e Bastia, dove sul muro di una casa abbandonata si legge tra l’altro “Himmler eroe” e “Juden Raus”. Dopo le indagini delle forze dell’ordine, era stato dato il via libera al Comune per poter ripulire le scritte.
Successivamente, grazie ad un’attività investigativa capillare, insieme alla conoscenza del territorio e ad un’analisi dei caratteri, del contenuto delle scritte, della simbologia disegnata e del materiale utilizzato, la Polizia era risalita a un cittadino italiano, di 61 anni, sospettato di aver imbrattato tre sottopassi con delle svastiche. L’uomo è stato denunciato in stato di libertà per il reato di deturpamento e imbrattamento di immobili e per la violazione della Legge Mancino del 25 giugno 1993, numero 205, che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali.
Ora il caso di Spello, per cui il capogruppo Lega in Regione Umbria, Stefano Pastorelli, esprime “totale disapprovazione e profondo disgusto” per le scritte offensive opera di ignoti apparse sull’edicola votiva del XV secolo, situata tra Assisi e Spello, dove vengono citate frasi e rappresentazioni della vita di San Francesco e immagini che rimandano al Cantico delle Creature. “Ad essere danneggiato è stato il patrimonio culturale e identitario di Assisi – prosegue Pastorelli – non esistono giustificazioni per un atto criminale come questo frutto di becera ignoranza. Credo che l’episodio non abbia nulla a che vedere con il fascismo o il comunismo, siamo di fronte a un gesto deplorevole e ignobile di vandali che meritano di essere destinati non solo a lavori socialmente utili, ma a un ripasso approfondito della storia della città e della vita del Poverello. In questo modo magari imparerebbero ad apprezzare il profondo significato del messaggio di San Francesco, il suo legame con la città di Assisi e capirebbero la gravità del loro comportamento. Mi auguro vengano presto identificati”.
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