Il ‘sepolcro di Giovanni di Brienne’, che si trova nella Basilica Inferiore di San Francesco potrebbe invece rappresentare il ritratto di Federico II, l’imperatore svevo, re di Sicilia e di Gerusalemme, che con l’Umbria ebbe rapporti profondi fin dall’infanzia, visto che trascorse i primi tre anni della sua vita a Foligno. L’ipotesi, suggestiva e ricca di implicazioni, è stata formulata da Antonella Bazzoli, giornalista, storica e ricercatrice indipendente umbra che ha presentato i risultati della sua ricerca durata anni interi nel convegno ‘Francesco, Federico II e Frate Elia. Spiritualità, cultura e alchimia’ che si è tenuto ad Assisi.
“L’annuncio della mia scoperta – spiega la studiosa alla Nazione Umbria – ha destato entusiasmo e stupore. Non solo perché è risaputo che l’imperatore ricevette due scomuniche da Gregorio IX ma anche perché dalla vicenda critica del monumento emerge una situazione molto confusa, un vero e proprio rebus, come scriveva Scarpellini che definiva il sepolcro `uno dei complessi artistici più misteriosi della Basilica, diverso da tutti gli altri, quasi un unicum in tutta l’arte gotica’”.
Secondo Bazzoli, quindi, “quell’enigmatica scultura a figura intera che si trova nel transetto d’ingresso in fondo alla navata rappresenterebbe il ritratto di Federico II”. L’opera fa parte di un grande sepolcro monumentale in stile gotico, conosciuto come ‘sepolcro di Giovanni di Brienne’. I risultati della ricerca – spiega la storica – dimostrerebbero però che tale sepolcro non appartiene a Giovanni di Brienne, ma fu voluto da Federico II in memoria della sua seconda moglie Isabella, figlia di Giovanni di Brienne e regina di Gerusalemme, morta a soli 16 anni nel 1228, dopo aver dato alla luce l’erede imperiale Corrado IV.
“Ritengo – conclude Bazzoli – che la scultura possa risalire agli anni `30 del XIII secolo, quando il clima tra papa e imperatore era tornato sereno”. All’ipotesi la studiosa è arrivata attraverso l’analisi iconografica del monumento, lo studio delle fonti più antiche (XIV e XVI secolo) e della lunga e complessa vicenda critica, ma anche attraverso numerosi confronti con miniature medievali e con altri ritratti dell’imperatore.
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