“Un’attrazione per i turisti in un contesto di grande valore spirituale, storico e culturale”. Così don Cesare Provenzi, parroco del Duomo e Priore del Capitolo di San Rufino, parla alla Nazione Umbria in edicola qualche giorno fa dal progetto che sta portando a termine: rendere visitabile la torre campanaria di San Rufino, Cattedrale della città e capolavoro dell’architettura romanica umbra. I lavori sono a buon punto e, dopo Pasqua, c’è la volontà di rendere fruibile tali spazi che sono capaci di offrire panorami unici sulla città, sulla pianura, sulla zona montana.
“Si tratta di un percorso che conduce in cima alla torre campanaria di San Rufino e che è realizzato con fondi della Cattedrale e con un cospicuo finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che ha garantito il suo sostegno”, spiega don Provenzi. L’accesso, da parte dei visitatori, sarà possibile sia dal sagrato del Duomo, adiacente al luogo che viene indicato come casa paterna di Santa Chiara, sia da via del Turrione; poi la salita, tramite scale, fino alla cella campanaria.
La torre campanaria di San Rufino è riconducibile in parte alla Basilica Ugoniana (1029), poi sopraelevato da Giovanni da Gubbio. All’interno del primo ordine si può ammirare l’antico meccanismo dell’orologio con una sola lancetta visibile poi sulla facciata esterna, sino all’arrivo dove è posto il ‘castello’ con le campane che diventerà visitabile; la campana più antica (che non viene suonata) proviene dall’abbazia di san Benedetto al monte Subasio e porta la data 1287 e il nome di Bono da Pisa. Da qui, a 360 gradi, attraverso le grandi doppie bifore (munite di adeguate protezioni) che caratterizzano la cella campanaria, la vista mozzafiato: sulla Rocca Maggiore, la Rocchicciola, la città. L’obiettivo, come scritto nei giorni scorsi, è di aprirlo dopo Pasqua e far sì che d’estate sia già fruibile dai visitatori. Alcuni spazi del percorso potrebbero essere utilizzati, inoltre, come luoghi espositivi: ho già avuto proposte e la disponibilità di alcuni artisti. Da valutare, infine, in prospettiva, l’utilizzo degli spazi sopra le volte del Duomo per una sala mostre, per l’archivio capitolare, per una sala polivalente.
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