Nuovo round per la vertenza Colussi domani (7 novembre 2017) in Confindustria: nei giorni scorsi i lavoratori hanno ribadito il loro no ai 125 esuberi su 450 dipendenti (115 lavoratori di produzione, 5 impiegati’diretti’ e 5 Sogesti) e no a una maggiore flessibilità di orario. L’azienda si è vista esprimere “forte contrarietà” alle sue proposte e i dipendenti hanno ricordato la perdita delle fette biscottate, che oggi Colussi produce in Piemonte: nello stabilimento di Petrignano di Assisi mancano 11 mila tonnellate di volumi produttivi rispetto al passato e oltre la metà della produzione (45.000 su 100.000) che potrebbero essere prodotti in Umbria. Le proposte che l’azienda ha fatto nei giorni scorsi nell’ambito della vertenza Colussi permetterebbero di salvare circa 30 dipendenti (gli esuberi scenderebbero a una novantina) ma Fai, Flai e Uila, insieme alle Rsu, hanno già messo nero su bianco che si tratta di proposte “inaccettabili” e sembrano essere disponibili a vagliare solo se le modifiche del lavoro saranno graduali e sperimentali, con momenti di verifica e secondo quanto previsto dal contratto collettivo nazionale del lavoro dell’industria alimentare.
Sulla vertenza Colussi anche la posizione di Carla Spagnoli del Movimento per Perugia, che ricorda come “I posti di lavoro si potrebbero ancora salvare riportando a Petrignano le fette biscottate e altre produzioni che si possono fare qui! Gli operai chiedono solo di lavorare e alla Colussi il lavoro di certo non mancherebbe! Questa vertenza è l’ennesima in una regione come l’Umbria sempre più in crisi, che vede a rischio oltre 700 posti di lavoro, tra Perugina, Colussi, e altre”. Spagnoli ringrazia i sindacati per il loro impegno nelle vertenze, in particolare “l’UGL Umbria Agroalimentare” che ha invitato la presidente del Movimento per Perugia all’incontro con i lavoratori dei giorni scorsi. “Ci risulta che le sigle più ‘influenti’ del sindacato (CGIL, CISL e UIL) giochino da sole (come al solito): perché non marciano compatte a difesa degli operai? Non è questo il loro compito? Si vogliono ripetere gli stessi errori fatti con la Perugina?”.
“A differenza della Perugina-Nestlè, che non ha un ‘padrone fisico’ ma manager non attaccati al territorio perché oggi ci sono e domani no – scrive Spgnaoli a proposito della vertenza Colussi – alla Colussi c’è un “padrone” ed è Angelo Colussi che è cresciuto e ha studiato a Perugia. Io, per quello che ho conosciuto di Angelo Colussi, per la sua serietà e attaccamento al territorio, mi auguro che non abbandoni il sito di Petrignano per una scelta puramente “logistica” ed economica e ci metta il cuore, come facevano i ‘padroni’ di una volta… Ci affidiamo ai suoi ricordi e alla sua storia per invitarlo a non lasciare che i suoi operai, che hanno reso grande la Colussi e la sentono come loro, si trovino un domani in mezzo alla strada”
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