Da Assisi ancora preghiere e suppliche a Dio per invocare la fine della pandemia da coronavirus. Nei giorni scorsi il parroco don Cesare Provenzi, dopo avere celebrato i vespri nella cattedrale di San Rufino si è affacciato sul sagrato e ha benedetto gli abitanti della città di Assisi e il mondo intero con il Santissimo Sacramento esposto nell’ostensorio. Un messaggio di vicinanza e solidarietà nei confronti di chi soffre e di coloro che sono impegnati per assistere i malati e fermare il contagio.
Un’invocazione al Signore, quella di Don Cesare Provenzi, che ricorda il gesto compiuto da Santa Chiara. Si narra infatti che nel 1241 i saraceni erano alle porte di Assisi e stavano assediando San Damiano quando la Santa prese l’ostensorio e lo espose alla finestra. Una luce accecante spaventò i saraceni, facendoli fuggire dal convento e da Assisi. Un analogo gesto è arrivato da San Pietro, come spiega ad AssisiNews la giornalista Paola Gualfetti, che per prima ha diffuso la foto, scattata forse da una religiosa.
Come noto inoltre, in questo periodo in cui il coronavirus sta mettendo a dura prova l’Italia e l’intera umanità, le campane di Assisi (qui l’audio) suoneranno tre volte al giorno in segno di solidarietà nei confronti di malati, familiari, e operatori sanitari. Nei momenti di preghiera della giornata e in particolare alle sette, a mezzogiorno e alle diciotto i rintocchi delle campane invitano i fedeli ad unirsi in comunione spirituale per assicurare da Assisi preghiera e vicinanza all’intera Nazione e al mondo invocando la grazia per intercessione di San Francesco e Santa Chiara.
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