“Per Assisi, città tutta un tesoro, ci sono delle perle nascoste ancora da scoprire. E una di queste è il venerabile don Antonio Pennacchi”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, durante i saluti di apertura all’incontro tenutosi in occasione del 169esimo anniversario della morte di don Pennacchi.
Sorrentino dopo aver parlato dell’interruzione che la causa di beatificazione ha subito per lunghi anni e annunciato che è stata riattivata ha aggiunto: “Il fatto che ci sia un sacerdote diocesano che ha i tratti della santità arricchisce la nostra chiesa. Tutti siamo chiamati alla santità. È necessario che si venga a pregare in questa tomba, che il popolo di Dio venga qui come quel popolo che lo ha ascoltato”.
In tanti hanno partecipato all’incontro su don Pennacchi, introdotto da monsignor Vittorio Peri che è stato membro della commissione di carattere informativo della causa di beatificazione, il quale ha spiegato come l’iter per la stessa sia ripreso per iniziativa del vescovo Sorrentino. “È una figura – ha detto monsignor Peri – che noi assisani dobbiamo conoscere perché esemplare per molti aspetti”. Monsignor Peri ha poi presentato il Coro di San Pietro che ha eseguito i canti mariani cari al “prete dell’Angelus” e introdotto la ricca relazione di padre Luigi Marioli, francescano conventuale che ha illustrato i punti salienti della figura del venerabile Pennacchi.
“Inizio con un profilo biografico e ascetico di questo prete – ha detto padre Marioli – che è vissuto in un periodo turbolento di innovazione ed eradicazione della religione. Fu maestro di grammatica superiore latina, predicatore, sacerdote zelantissimo nell’esercizio del ministero pastorale. Oggetto speciale del suo ministero – ha aggiunto – furono i poveri, i giovani e gli ammalati con i quali si intratteneva giovialmente. Promosse quotidianamente la recita duplice della preghiera dell’Angelus e fu chiamato il ‘prete dell’Angelus’. Tra gli elementi emergenti della sua spiritualità c’è anche la profonda devozione eucaristica”. Padre Marioli ha poi parlato delle virtù, penitenza, estasi, elevazioni, bilocazione, spirito di profezia, attribuibili a don Pennacchi. Al termine dell’incontro monsignor Orlando Gori, postulatore della causa di beatificazione, ha riferito dei molti aneddoti che dimostrano la sua potenza di intercessione presso Dio. “La cosiddetta ‘posizio’ che riassume le testimonianze – ha detto monsignor Gori – contiene innumerevoli episodi riguardanti miracoli, profezie e guarigioni compiuti dal venerabile don Pennacchi”.
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