“Avete mai pianto, quando avete visto affondare un barcone di migranti?”. Con questa domanda – che Papa Francesco rivolse durante la Messa celebrata a Lampedusa per le vittime del Mediterraneo – comincia l’appello per una nuova iniziativa partita dal mondo della Chiesa contro l’indifferenza e il silenzio di fronte alle stragi e per protestare contro le politiche di chiusura ai migranti. “Siamo stanchi di sentire ‘prima gli ‘italiani’, c’è spazio per tutti. Oggi – dice padre Alex Zanotelli nel presentare la protesta e digiuno di solidarietà – cominciamo un digiuno perché non possiamo accettare le politiche migratorie che il governo sta portando avanti e che comportano perdite di vite umane”.
Promotori dell’iniziativa, secondo La Repubblica, padre Alex Zanotelli a nome dei missionari comboniani, monsignor Raffaele Nogaro vescovo emerito di Caserta, don Alessandro Santoro a nome della Comunità delle Piagge di Firenze, suor Rita Giaretta di “Casa Ruth” di Caserta, padre Giorgio Ghezzi religioso sacramentino, la Comunità del Sacro Convento di Assisi (che nei giorni scorsi aveva preso posizione sul caso della nave Aquarius). Protesta e digiuno di solidarietà andranno avanti per 10 giorni con un presidio davanti a Montecitorio dalle ore 8 alle 14; alla marcia ha partecipato anche la Lampada di San Francesco inviata dal Sacro Convento di Assisi: “La luce di San Francesco illumini lo sguardo dell’ uomo e faccia scoprire l’ altro come fratello”, dice padre Enzo Fortunato, direttore della sala.
Il gruppo, che da San Pietro si sposterà a Montecitorio e che per dieci giorni attuerà un digiuno a staffetta, è composta da realtà differenti. Accanto a Zanotelli e a tanti religiosi ci sono il vignettista Vauro, scout, missionari, rappresentanti della Cgil e delle associazioni per la pace. Per il missionario, la società italiana “certamente è diventata più razzista” ma “il razzismo era già cominciato quando ci sentivamo la civiltà, la cultura, la religione. Tutto andava bene finché facevamo le adozioni a distanza. Ora che sono ‘ a vicinanza’ nessuno le vuole più”. Il digiuno – precisa il missionario – è stato scelto come arma di “resistenza non violenta” e sarà “biblico, non solo rinunciare al cibo ma soprattutto spezzare il pane con gli altri”.
© Riproduzione riservata

