Assisi in festa per il giovane Carlo Acutis: alla presenza di centinaia di persone sono cominciate le celebrazioni per la traslazione del corpo al Vescovado di Assisi. Tanti anche i giovani in fila per toccare la bara, baciarla, accarezzarla e pregare ai piedi del corpo del giovane venerabile. “Siamo qua perché speriamo di seguire i passi di Carlo”, racconta Margherita Bertolini, 24 enne di Bastia Umbra insieme ai suoi amici e compagni del Coro. “È stupefacente come la sua fede fosse forte e incrollabile nonostante la giovane età, le tentazioni e gli interessi di questa epoca. Quando si è bambini spesso la fede viene percepita come un’imposizione dei genitori. Per Carlo non era così ed è per questo che per noi è un esempio di santità. Speriamo che possa diventare un nuovo Francesco dei nostri tempi”.
Dalla Basilica di San Francesco è partito nel pomeriggio di ieri il corteo che ha raggiunto San Rufino dove è stata celebrata la messa da parte di mons. Renato Boccardo con i vescovi umbri. Durante l’omelia monsignor Boccardo ha invitato a pensare a Carlo Acutis come a Pier Giorgio Frassati. “Carlo – ha precisato monsignor Boccardo – è stato un ragazzo normale, straordinario nell’ordinario. Come Pier Giorgio anche Carlo riceveva ogni giorno la visita di Gesù nel pane eucaristico e gli restituiva la visita accogliendo e aiutando i poveri”. Poi la veglia presieduta da monsignor Paolo Martinelli, vescovo ausiliare di Milano. Alla presenza dei tantissimi giovani monsignor Martinelli ha precisato che “la testimonianza di Carlo è quella di un giovane cristiano, cattolico, amante della vita, desideroso di vivere alla grande, che ha condiviso con i giovani del suo tempo la bellezza della vita nell’adolescenza, un’età affascinante e turbolenta nello stesso tempo, non si è chiuso in se stesso di fronte al mondo, alla società, ai cambiamenti, ma ha trovato in tutto questo un’occasione straordinaria per portare il Vangelo. La sua – ha aggiunto – è una vita riuscita, compiuta. Solo guardando come ha vissuto gli anni della sua giovinezza, il suo entusiasmo, la sua vita cristiana, la sua capacità di relazione, la sua capacità di stare dentro anche la malattia mortale che in pochi giorni lo ha congedato dall’esistenza per entrare in quel cielo che ha sempre bramato”.
Al termine della veglia, animata dal coro diocesano giovanile guidato da suor Graciela, l’artista Marco Mammoli, autore di Emmanuel, l’inno della Gmg del 2000, ha commosso tutti con: “Non io, ma Dio”, la canzone dedicata a Carlo Acutis composta insieme a Michele Rosati. Sabato 6 aprile alle ore 16 il corteo dalla cattedrale di San Rufino giungerà al Vescovado di Assisi, Santa Maria Maggiore (chiamata anche Santuario della Spogliazione), per la tumulazione del corpo che avverrà subito dopo la santa messa celebrata dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino. Domenica 7 aprile alle ore 11 santa messa nel Santuario della Spogliazione presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana.
Il giovane quindicenne milanese, morto per una leucemia nel 2006 e sepolto al cimitero di Assisi (“la città di San Francesco che più di altre ha amato e nella quale tornava così volentieri per ritemprare lo spirito”, come spiega il sito web a lui dedicato) è stato riesumato a fine gennaio. Carlo Acutis è diventato venerabile a luglio 2018 e, vista la sua giovane età e la sua perizia con il mondo web, monsignor Dario Edoardo Viganò, milanese e prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, ha avanzato l’idea che, in caso di beatificazione, il giovane possa essere riconosciuto dalla Chiesa come patrono di Internet. C’è però da attendere il percorso per la beatitudine prima e la successiva canonizzazione poi.
“Oggi Carlo. Viene a riposare in questo stesso ambiente che fu testimone della spogliazione di Francesco”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino durante la cerimonia per la sepoltura del corpo del venerabile Carlo Acutis nel Santuario della Spogliazione dove è arrivato sabato 6 aprile al termine di un corteo partito dalla cattedrale di San Rufino che ha fatto una tappa anche nella Basilica di Santa Chiara. Additato pochi giorni fa dal Papa come esempio di santità dell’era internet, anche lui lascia ai giovani del nostro tempo un segreto di vita nuova: la scelta di Dio che non ammette compromessi. Spogliazione completa. Fatta non con gesti clamorosi, ma nell’intimo del cuore. Carlo che qui da oggi riposa nelle sue spoglie mortali – ha detto ancora monsignor Sorrentino – ma continua in cielo ad occuparsi di noi, non rinunciò alle bellezze di una vita ricca di stupore per le meraviglie della natura, fino all’ebbrezza della più moderna tecnologia informatica. Ma immise in tutto questo il sapore del vangelo, centrando la sua vita sull’Eucaristia, la sua autostrada per il cielo. Il tempo in cui egli ha vissuto il suo breve ma luminoso tragitto terreno è quello di internet”. Al termine della santa messa il corpo è stato deposto in un monumento sepolcrale nella navata destra del Santuario della Spogliazione dove le centinaia di fedeli presenti hanno iniziato a rendere omaggio al giovane venerabile. Prima della sepoltura c’è stata la lettura del verbale della traslazione e della tumulazione, la firma dello stesso che è stato sigillato e inserito all’interno del sepolcro per testimoniare l’ufficialità della traslazione stessa. Gli eventi della traslazione termineranno domenica 7 aprile con la cerimonia eucaristica presieduta dal presidente della Cei Gualtiero Bassetti.
Le celebrazioni per la traslazione del corpo del venerabile Carlo Acutis si è chiusa con la celebrazione eucaristica fatta dal presidente della Conferenza episcopale italiana cardinale Gualtiero Bassetti ad Assisi. Prima della santa messa il cardinale ha tenuto una catechesi a circa 300 ragazzi che poi, insieme alle autorità civili e militari, hanno preso parte alla cerimonia concelebrata dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino e da monsignor Marcello Bartolucci, segretario della Congregazione per le cause dei Santi, oltre a tutto il presbiterio diocesano. Bassetti ha sottolineato che “qui ad Assisi abbiamo due grandi figure di santi che ci ricordano la possibilità di tale cambiamento: Francesco e Chiara, la cui spiritualità e santità non hanno ancora finito di meravigliare il mondo. Erano giovani, immersi nelle cose vane, come tutti i loro coetanei. Poi, hanno sentito qualcosa che li invitava a cambiare vita. E sono diventati due giganti della fede. Forse, è il caso di dire che si diventa a preferenza santi quando si è giovani, nel senso che le scelte radicali sono proprie dell’età giovanile, quando non c’è ancora l’ingombro delle comode abitudini, il peso delle ricchezze, la paura del rischio, e il cuore sa innamorarsi delle belle realtà, dei grandi ideali, delle forti emozioni, e sa essere fedele, coraggioso, generoso. E il pensiero corre allora al giovane Venerabile Servo di Dio Carlo Acutis, le cui spoglie mortali sono state traslate qui, dove riposeranno, e dove soprattutto ‘vivranno’, nella devozione e come luminosa proposta per altri giovani e per tutti”.
Bassetti ha definito Carlo Acutis “intelligente e dinamico, che ha scelto di non omologarsi, di non essere una delle tante ‘fotocopie’ volute dalla moda del tempo. Carlo, ormai Venerabile per la Chiesa, rimane per noi un segno che il Signore ha voluto inviarci per aver speranza nel futuro, nei giovani e nel loro cuore aperto alla fede. Papa Francesco, come sapete, ha citato il Venerabile Servo di Dio nel documento finale del Sinodo sui Giovani, additandolo come esempio di uno che non si fa sottomettere dalle mode e dagli influssi negativi della comunicazione digitale, ma, operando con la propria intelligenza e coscienza informata dalla fede, sa utilizzare tali mezzi per la crescita personale e di quanti con lui comunicano. C’è bisogno di voi – ha concluso il cardinale rivolto ai giovani – per riannunziare il Vangelo di Gesù Cristo con un fervore nuovo, metodi e linguaggi nuovi, e con i segni di autenticità da dare, a cominciare dal miracolo sempre suggestivo della carità”.
Foto © Mauro Berti
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