L’Umbria ancora paragonata a Molise e Lombardia come livello di rischio. Perché, fermo restando che la data cruciale è il 29 maggio 2020, il Corriere della Sera anticipa il piano del governo per gli spostamenti tra le Regioni che, se i fattori non cambieranno, mette ancora il Cuore verde d’Italia tra le Regioni rischiose. Forse davvero, come ha scritto qualcuno ‘ironicamente’ ma non troppo nei giorni scorsi, “non venite Umbria, non ve la meritate”.
Il Corriere della Sera in edicola oggi ribadisce il concetto in due infografiche, nell’occhiello del pezzo a doppia pagina scritto da Fiorenza Sarzanini e anche nell’home page dell’edizione online. E non è chiaro chi si prenderà la briga di leggere tutto il pezzo, perché se ci sarà qualcuno che si ferma al titolo o ai disegnini, la frittata è fatta. “Il 29 maggio – scrive il Corriere a proposito del piano per gli spostamenti tra le Regioni – arriverà il report settimanale del monitoraggio che fornirà le indicazioni per concedere il via libera agli spostamenti tra le regioni. Mentre nella fase attuale c’è liberta di movimento nella propria regione di residenza, dal 3 giugno — come previsto dal decreto in vigore — ci si potrà spostare in tutta Italia. Ma l’apertura potrebbe non essere totale. Sarà infatti il governo a decidere i criteri e i governatori avranno il potere di imporre limitazioni. Con un obiettivo ormai evidente: impedire l’ingresso a chi proviene dalle regioni con il maggior numero di contagi”.
Sempre stando al quotidiano di via Solferino, “L’assegnazione del livello avviene elaborando i 21 punti del monitoraggio messo a punto dal ministero della Salute. Ogni settimana le Regioni hanno l’obbligo di comunicare una serie di parametri e l’incrocio di questi dati fornisce la valutazione complessiva. In particolare devono rendere noto l’Rt (il tasso di contagiosità che ha sostituito l’R0), il numero dei tamponi effettuati e una serie di dati relativi alla tenuta del sistema sanitario, con un’attenzione particolare alle terapie intensive. Incrociando queste informazioni si arriva al livello di rischio che può essere ‘basso’, ‘moderato’ o ‘alto'”.
E poi arriva l’esempio di spostamenti tra le Regioni basandosi sui dati precedenti (del 4 maggio), già al centro di polemiche: “Per comprendere meglio quanto accadrà si può fare un esempio basandosi sui dati della scorsa settimana quanto tutte le regioni erano a livello «basso» tranne Lombardia, Molise e Umbria. In quella situazione le tre regioni sarebbero state escluse dalla libertà di spostamento. (…) Le valutazioni potrebbero tenere conto anche di singole realtà che potrebbero mostrare un andamento diverso da quello della regione. Proprio come accaduto la scorsa settimana in Molise e in Umbria, dove ci sono stati episodi che in alcuni centri hanno fatto salire il numero di contagi influendo poi sulla valutazione generale. A destare allarme è invece in queste ultime ore il dato di Milano, perché l’Rt è salito dallo 0,65 del 12 maggio allo 0,86 di giovedì 21”.
Intanto, come riporta il Corriere dell’Umbria, le associazioni turistiche sono pronte a denunciare. Per Simone Fittuccia, presidente regionale Federalberghi la “comunicazione del ministero è criminale, stiamo valutando se presentare denuncia e chiedere i danni. Quei pochi turisti che ancora non avevano disdetto le prenotazioni di giugno, hanno cancellato dopo i dati allarmisti sull’Umbria. Questa storia dell’Rt sta creando dei danni enormi, noi pensavamo di poter ripartire al 15-20, ma adesso è stato tutto annientato. Anche la campagna promozionale su cui è stato investito molto rischia di essere un boomerang”. Matteo Fortunati, presidente Assoturismo, vuole un’azione risarcitaria collettiva: “Chiediamo che la Regione si muova con tutte le associazioni per richiedere i danni a fronte di questa comunicazione che ci penalizza enormemente”.
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