L’Umbria tra le tre regioni da tenere in osservazione rispetto all’andamento dei contagi nella fase due? La notizia avrebbe dell’incomprensibile. Nonostante le zero allerte segnalate, il livello attribuito all’Umbria è quello 3, in evoluzione, con una stima del valore Rt equivalente a 1,23 e il trend settimanale dei casi in rialzo. Emerge dal monitoraggio del Ministero della Salute e dell’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità.
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Come spiega Matteo Fortunati Presidente di Assoturismo che spiega “il dato dell’Rt (descrive il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi della malattia) si calcola come differenziale sulla base del numero dei contagi dei giorni precedenti. La grave “colpa” dell’Umbria è di essere stata a contagio praticamente nullo già dai primi giorni di Aprile e con un indice bassissimo”. L’anomalia di questo incredibile dato che posiziona la nostra amata regione tra le peggiori, da monitorare, è dovuto dal nuovo focolaio del Comune di Giove, che con quasi 9/10 positivi al giorno per un totale di 20 nuovi contagi hanno fatto schizzare la percentuale verso l’alto. Di contro, la Lombardia scendeva da oltre 1500 positivi/giorno a 1000 nella settimana del report, e paradossalmente questo corrispondeva a un Rt molto basso. Da qui i valori apparentemente paradossali dell’Rt, con percentuali elevate per l’Umbria ma numeri infinitesimale passando da 1 al giorno a 9/10… contro i 1000 della Lombardia”.
Insomma, l’Umbria è sostanzialmente a contagi zero da aprile, ma i dati della zona rossa di Giove avrebbero determinato un rialzo. Il report è stato realizzato dal ministero della Salute con l’Istituto superiore di sanità e registra la condizione di salute, regione per regione, dopo la fine del lockdown. L’Umbria, come il Molise, passa da una classificazione bassa a moderata, ma la curva definitiva in “risalita” non convince affatto perché il contesto vede ancora “una ridotta numerosità di casi segnalato che pertanto non desta una particolare allerta”.
Di qui l’ira della presidente della Regione, Donatella Tesei: “Siamo all’assurdo, al paradossale. Una regione, l’Umbria, che vede 94 persone positive al coronavirus su una popolazione di quasi 900 mila abitanti, solamente 2 pazienti in terapia intensiva, una curva dei guariti in forte ascesa e quella del numero dei contagiati a picco, ma che viene incredibilmente indicata come una regione a rischio. Perché? Perché tra gli indicatori utilizzati c’è il famigerato indice Rt che adotta un meccanismo di confronto dei numeri dei contagi settimanali che va a penalizzare proprio le regioni che sono nella fase di coda del contagio, che hanno numeri bassi in termini assoluti, ma che appaiono alti in termini percentuali. Una formula le cui lacune, per chi vive come noi la fase di uscita dal contagio, sono evidenti. Tra l’altro i nostri nuovi rari casi, ormai da 10 giorni ad un passo dallo zero, provengono da screening mirati che stiamo facendo proprio per evitare cluster”.
“Quello che sta subendo l’Umbria – rimarca la Presidente – è un danno di immagine ingiusto per una regione che ha gestito in maniera virtuosa la Fase 1 e che è pronta a ripartire, proprio forte del suo sistema sanitario ed al numero dei contagiati. A questo, tutti noi, dobbiamo dire no”. “Ci dobbiamo battere – sottolinea – affinché l’immagine dell’Umbria sia tutelata e venga comunicata la situazione reale, quella che vede una terra dove il contagio è sotto controllo e che si presenta sicura per i suoi cittadini e per i turisti che vorranno raggiungerci. In tal senso siamo in partenza con una campagna di comunicazione mirata. Ma ogni umbro, con i mezzi a sua disposizione, può comunicare a tutta l’Italia la realtà di una terra bellissima, tranquilla e sicura”.
“Come Regione – rende noto –, abbiamo scritto al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità per rivedere le modalità con cui viene formulato il giudizio sulla situazione delle regioni. Un giudizio che non può prescindere da tutti i fattori, come il numero di contagi in rapporto agli abitanti, i posti ospedalieri occupati rispetto a quelli disponibili, l’eventuale presenza di focolai”. “Non abbassiamo la guardia – conclude la presidente Tesei –, continuiamo a rispettare le regole, soprattutto del buon senso, quelle che hanno contribuito a fare della nostra regione una terra sicura. E non permettiamo capovolgimenti della realtà”.
Sotto: il video “UMBRIA, BELLA E SICURA”, la prima parte della campagna di promozione turistica per l’estate 2020 lanciata dalla Regione Umbria
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