Si è svolta sabato ad Assisi la cerimonia di consegna del Premio Rotary Umbria 2021, assegnato quest’anno ai primari dei reparti di terapia intensiva degli ospedali umbri impegnati nella lotta al Covid, come deciso dalla Conferenza dei Presidenti dei Rotary Umbri a persone o gruppi che si sono distinti per meriti particolari e per spirito di servizio “al di sopra del proprio interesse personale”, come recita il motto del sodalizio internazionale. Il premio chiude un biennio nel quale i Rotary Umbri hanno manifestato particolare attenzione alla situazione di emergenza sanitaria: lo scorso anno, la conferenza dei presidenti aveva donato 11 letti da terapia intensiva alle strutture ospedaliere e tutti i Club si sono impegnati in service, nei propri territori, per potenziare le dotazioni dei presidi. La cerimonia, cui hanno preso parte La premiazione è avvenuta Rossella Piccirilli, Governatore del Distretto 2090, il DGE Gioacchino Minelli, il DGN Paolo Signore e il Sindaco della Città Serafica Stefania Proietti, è rivedibile sul canale YouTube “Rotary Umbria”.
“Il premio Rotary Umbria 2021 – si legge in una nota – è stato unanimemente attribuito, dai Presidenti dei Rotary Club dell’Umbria guidato quest’anno da Paolo Castellani del club di Terni, ai sei Primari delle Terapie Intensive degli ospedali umbri dedicati alla pandemia. Un premio meritato per aver lavorato incessantemente e con grande impegno durante la recente pandemia nelle terapie intensive COVID con spirito di sacrificio, con dedizione assoluta e disinteressata verso i malati e i loro famigliari, ben oltre i proprî doveri, spesso accompagnata da una consapevole rinuncia ai propri diritti e con grave rischio della propria incolumità”.
“Medici e operatori sanitari – ricorda una nota del Rotary – hanno lavorato senza sosta, anche nei giorni di Pasqua e Natale. C’era l’urgenza di salvare vite, di studiare casi, di studio e confronto con i colleghi di tutta Italia. La cerimonia di consegna del premio è stata anche l’occasione per ricordare i medici scomparsi a causa della pandemia e tutti i pazienti deceduti. Momenti molti intensi, carichi anche di commozione. Questo premio giunge dopo un periodo impegnativo dal punto di vista umano e professionale. Sono donne e uomini rimasti lontani dalle loro famiglie, accanto a pazienti in condizioni gravi, soli a causa delle restrizioni alle visite, senza smettere per un secondo di svolgere l’attività clinica e di ricerca perché queste persone hanno aperto un libro dalle pagine bianche su cui hanno iniziato a scrivere una storia indimenticabile”.
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