“Cessate il fuoco”. Lo chiedono i “costruttori di pace” riuniti oggi, 10 dicembre, ad Assisi, riuniti alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli per dare vita a un momento di riflessione su quanto sta accadendo in Medio Oriente. Incontro che anticipa la marcia per la pace – edizione straordinaria – che si è svolta oggi pomeriggio con partenza alle 15, per poi raggiungere la Basilica di San Francesco intorno alle ore 17; era presente, tra gli altri, anche la segretaria del pd Ellie Schlein: “Cessate il fuoco umanitario immediato”.
Alla giornata – organizzata dalla Fondazione Perugia Assisi per la cultura della pace – hanno partecipato anche il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, il custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni e don Luigi Ciotti. Durante la mattinata sono alternati vari interventi in presenza e da remoto, come quello di Andrea De Domenico, direttore dell’ufficio delle Nazioni unite per il coordinamento degli affari umanitari nei territori palestinesi occupati. Una volta che la Marcia della pace è arrivata in piazza c’erano anche i bambini e le bambine dell’istituto comprensivo “Gentile da Foligno”, il poeta della parola Alessandro Bergonzoni, la cantautrice Erica Boschiero e padre Ibrahim Faltas, vicario della custodia di Terra Santa a Gerusalemme.
Durante la celebrazione eucaristica delle ore 17 nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco in Assisi – caratterizzata dalla presenza di molti partecipanti alla Marcia della Pace – fra Marco Moroni, OFMConv, Custode del Sacro Convento, ha tenuto l’omelia per la seconda domenica di Avvento. Commentando i testi della liturgia e, in particolare rifacendosi al testo della prima lettura del profeta Isaia (40,1-5.9-11), fra Marco ha individuato alcuni atteggiamenti che a livello personale, comunitario e globale, sono indispensabili per favorire la pace e la giustizia, realtà interconnesse e inseparabili.
«Giustizia è assicurare che ogni fratello e sorella nel mondo – ha sottolineato in particolare – abbia il necessario per una vita dignitosa e sicura, che possa accedere alle risorse, alle cure, all’istruzione, alla possibilità di lavorare e di riceverne un salario equo per mantenere se stessi e la propria famiglia. Nel mondo odierno l’esistenza dei poveri non si può considerare una fatalità, ma è piuttosto una responsabilità di tutti. Finché vi saranno uomini e donne considerati degli scarti, rifiutati, non accolti, non vi sarà giustizia e sarà impossibile la pace. Finché prevarrà una visione meritocratica così come è coltivata oggi, continueranno ad essere condannati a perdere coloro che non sono stati messi in grado di venir fuori dalla miseria, dalla fame, dall’analfabetismo. Come comunità credente e come uomini e donne di buona volontà – ha concluso – non possiamo esimerci dal compito di umanizzare la terra e di garantire vita per tutti».
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