L’Abbazia di San Quirico a Bettona è stata recuperata, anche grazie all’impegno di un’associazione di Cerreto di Bettona che porta il nome del monumento e nel 2018 ha presentato un progetto di restauro per il quale è stata lanciata una campagna di raccolta fondi. “Si tratta di una forma di volontariato artistico – spiegava l’associazione San Quirico – che porterà al recupero di una minuscola ma davvero significativa chiesetta le cui vestigia risalgono a poco dopo l’anno 1000 e che rischia di crollare definitivamente”. Sabato 26 giugno 2021, dopo 4 anni di intenso lavoro di restauro e consolidamento, l’abbazia è tornata a splendere e ad essere fruibile, grazie all’Associazione San Quirico. Alla cerimonia, presieduta dall’Abate Giustino Farnedi unitamente ad altri sacerdoti, hanno preso parte il sindaco Lamberto Marcantonini, il Consiglio Direttivo dell’Associazione, la Confraternita Madonna del Ponte e numerosi cittadini.
La fondazione dell’abbazia di San Quirico a Bettona risale all’Alto Medioevo; nel corso dell’XI e del XII secolo, insieme a San Crispolto, l’abbazia fu uno dei maggiori insediamenti benedettini nel territorio bettonese. All’inizio del Trecento, cominciò la decadenza dell’ abbazia di San Quirico tanto da essere trasformata in un’azienda agricola che gestiva il più vasto territorio fondiario del Comune di Bettona. Il progetto di restauro dell’Abbazia benedettina di San Quirico è stato curato dall’ingegner Fabio Zietta, dall’architetto Paule Favre e dalle restauratrici Giulia Perri e Rui Sawada. Presenti al tavolo anche Paola Miletich e Giovanni Luca Delogu. L’Abbazia di San Quirico oggi è proprietà privata e l’interno della chiesa è completamente spoglio.
L’Abbazia benedettina è soltanto uno dei siti benedettini del territorio bettonese. La parte conventuale è in fase di ristrutturazione per essere destinata a ricettività turistica. In questo cenobio, sorto in località Cerreto, i benedettini vissero dall’XI al XV secolo; le prime notizie risalgono al 1185, quando questo dipendeva dall’abbazia si San Giuliano di Spoleto. Le sue origini tutta via sono antecedenti all’anno 1000. Sembra che il monastero fosse concepito come una grande azienda agraria al cui interno si trovassero anche abitazioni civili. L’antica chiesa, ormai distrutta, era annessa all’abbazia, così come da essa dipendevano altre chiese della zona, anch’esse ridotte a ruderi. Nel ‘300 il monastero era fiorente e gestiva molto possedimenti. In seguito l’abbazia subì le incursioni delle truppe del re di Napoli Ladislao d’Angiò e di quelle di Perugia che contribuirono a portarla al decadimento completo. Data in commenda ad Ugolino Baglioni dopo il 1325, nel 1406 risultò ancora possedere diversi beni, nonostante fosse già in piena decadenza.
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