Presentato in una sala del Teatro di Santa Caterina gremita di cittadini ed autorità, il restauro dell’Abbazia benedettina di San Quirico a Bettona, un progetto nato e voluto anche grazie all’impegno di un’associazione di Cerreto di Bettona che porta il nome del monumento e che ieri, sabato 22 settembre 2018, ha descritto accuratamente il piano di restauro per il quale è stata lanciata una campagna di raccolta fondi.
“Si tratta di una forma di volontariato artistico – ha spiegato alla presentazione andata in scena al Teatro di Santa Caterina l’associazione San Quirico che si occuperà del restauro dell’Abbazia benedettina di San Quirico – che porterà al recupero di una minuscola, ma davvero significativa, chiesetta le cui vestigia risalgono a poco dopo l’anno 1000 e che rischia di crollare definitivamente”. Alla tavola rotonda, presenti l’abate Giustino Farnedi che ha descritto “la storia del sito benedittino”, il sindaco di Bettona Lamberto Marcantonini, la presidente onoraria dell’associazione San Quirico Natalia Romanova, monsignor Jean Claude Hazoumè Kossi (vicario generale della Diocesi di Assisi), Caterina Bon Valsassina (direttore generale Archeologia, paesaggio e belle arti del Mibact), la soprintendente Marica Mercalli, il dirigente della Regione Diego Zurli e Marco Giammaroli della Confraternita Madonna del Ponte.
Il progetto di restauro dell’Abbazia benedettina di San Quirico è stato curato dall’ingegner Fabio Zietta, dall’architetto Paule Favre e dalle restauratrici Giulia Perri e Rui Sawada. Presenti al tavolo anche Paola Miletich e Giovanni Luca Delogu. L’Abbazia di San Quirico oggi è proprietà privata e l’interno della chiesa è completamente spoglio. “Grazie a tutti coloro si sono impegnati sia economicamente che per motivi logistici a questo importante recupero di uno dei tanti gioielli presenti nel nostro territorio – ha detto il sindaco di Bettona Lamberto Marcantonini – quella di oggi è una giornata importante e molto significativa, lo testimonia la vostra folta presenza che dimostra come alla cittadinanza stia a cuore l’alto valore culturale della nostra cittadina”.
L’Abbazia benedettina è soltanto uno dei siti benedettini del territorio bettonese. La parte conventuale è in fase di ristrutturazione per essere destinata a ricettività turistica. In questo cenobio, sorto in località Cerreto, i benedettini vissero dall’XI al XV secolo; le prime notizie risalgono al 1185, quando questo dipendeva dall’abbazia si San Giuliano di Spoleto. Le sue origini tutta via sono antecedenti all’anno 1000. Sembra che il monastero fosse concepito come una grande azienda agraria al cui interno si trovassero anche abitazioni civili. L’antica chiesa, ormai distrutta, era annessa all’abbazia, così come da essa dipendevano altre chiese della zona, anch’esse ridotte a ruderi. Nel ‘300 il monastero era fiorente e gestiva molto possedimenti. In seguito l’abbazia subì le incursioni delle truppe del re di Napoli Ladislao d’Angiò e di quelle di Perugia che contribuirono a portarla al decadimento completo. Data in commenda ad Ugolino Baglioni dopo il 1325, nel 1406 risultò ancora possedere diversi beni, nonostante fosse già in piena decadenza.
“Dietro al progetto di restauro dell’Abbazia benedettina di San Quirico c’è un comitato scientifico di grande valore – hanno spiegato i presenti – Natalia Romanova è la vera capostipite di questa idea di restauro, i sogni a volte si realizzano, questo è uno di quelli per il quale anche il territorio parteciperà attivamente alla riconsegna di un prezioso bene comune”.
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