(Assisi News continua con la sua sezione buone notizie.Uno spazio dedicato a quelle notizie che magari sono meno d’impatto rispetto ad altre più eclatanti, ma che sono comunque significative, per Assisi o l’Umbria, perché buone e positive. Un piccolo spazio dedicato a quanto di buono – e di bello – ci circonda. Se avete una buona/bella storia da segnalarci, potete scriverci a info@assisinews.it. Oggi dedichiamo uno spazio al restauro della Cappella di San Martino).
(Flavia Pagliochini) Spugne e carta giapponese per donare nuova vita agli affreschi. Festa grande nella comunità francescana di Assisi per la riapertura, dopo otto mesi di restauro, della Cappella di San Martino. L’intervento è stato eseguito dall’equipe della Tecnireco – Tecnici Restauro e Conservazione dei beni culturali – diretta da Sergio Fusetti, che a febbraio ha illustrato i lavori di restauro. Una delle prime operazioni è stata la messa in sicurezza degli affreschi iniettando da micro fori l’emulsione di resa acrilica che ha fatto aderire perfettamente l’affresco al supporto sottostante. Le vecchie stuccature (che risalgono a interventi di restauro precedenti) saranno consolidate o rimosse e sostituite con nuove realizzate con malte adeguate e compatibili con i materiali preesistenti. Infine si è condotta una pulitura a secco tramite spugne per la rimozione della polvere leggermente fissata, della polvere bianca salina e delle ragnatele e impacchi con carta giapponese dove lo sporco era più insistente.
A salutare il pubblico anche il custode del Sacro Convento, fra Marco Moroni e il funzionario responsabile dell’area storico-artistica della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Umbria, Giovanni Luca Delogu, che hanno portato i loro saluti, era presente anche il direttore della Galleria nazionale dell’Umbria, Marco Pierini, che è intervenuto con un discorso dal titolo “Il racconto del santo cavaliere. Simone Martini e gli affreschi della Cappella di San Martino”. La cappella, commissionata dal cardinale francescano Gentile Partino da Montefiore, “racconta” la vita del Santo che si può “leggere” come un libro affrescato, seguendo il senso della narrazione dal basso verso l’alto. In basso le storie del santo quando era ancora laico, che iniziano con il celebre Dono del mantello, gesto di carità emulato dal giovane Francesco; nel registro mediano si trovano le storie di Martino vescovo e i suoi miracoli, per concludersi nel registro superiore con la morte e il transito.
La materia dell’affresco viene plasmata magistralmente dal pittore, che la lavora contemporaneamente sulla resa degli ampi spazi e delle architetture, come sui dettagli più piccoli delle dorature, dove mette in campo tutta la sua conoscenza dell’arte orafa. A differenza delle ambientazioni giottesche, questo ciclo presenta un’indole più fiabesca. “Con la riconsegna della Cappella di San Martino – ha dichiarato fra Marco Moroni – si aggiunge un tassello assai prezioso ai lavori di restauro che stanno interessando da diversi anni le pareti affrescate della chiesa inferiore e che seguono una ben precisa progettualità. Grazie alla perizia dei restauratori e al sostegno di tante persone e di enti privati e pubblici potremo giungere all’ottavo centenario della morte di san Francesco, nel 2026, a vedere la basilica nel suo pieno splendore. Personalmente – conclude fra Marco – ritengo gli affreschi di questa cappella di una raffinatezza incomparabile: aver avuto la possibilità di ammirarli da vicino durante i lavori è stato un dono enorme che mi ha permesso di conoscere la singolare maestria di Simone Martini”.
«Da vicino – ha dichiarato Sergio Fusetti -, si può notare la raffinatezza del miniaturista senese. Molto espressivi sono i volti, le notevoli decorazioni come le aureole punzonate e la ricercatezza degli abbigliamenti delle sue figure, come gli abiti damascati dei soldati. La bellezza del nostro lavoro – continua Fusetti – sta nel fatto che non c’è macchina che possa sostituirci. Nel togliere lo sporco sta alla sensibilità del restauratore decidere di fermarsi quando è opportuno, calibrando la densità e la resistenza dello sporco. A volte si pulisce un metro quadrato al giorno, a volte solo dieci cm in una giornata. Poi si passa alla reintegrazione pittorica, fase che richiede molto tempo, nei punti dove la pittura è caduta. Si usa l’acquarello perché tutto deve essere reversibile e si usa una tonalità di pittura neutra affinché si distinguano quali parti sono state aggiunte per recuperare la leggibilità dell’affresco».
Dopo la presentazione del restauro della Cappella di San Martino, è seguita visita agli affreschi restaurati il concerto di canti e musiche medievali dell’Ensemble La Douss’aura. Il restauro della Cappella di San Martino segue quello degli affreschi della cappella della Maddalena nel 2020 e delle quattro vele sopra la Tomba del Santo terminato nel 2021; dopo i restauri giotteschi che hanno riportato lo splendore del grande maestro, è toccato come detto agli affreschi dipinti nel 1313-1318 da Simone Martini. Per completare il restauro della Chiesa inferiore mancano ancora due cappelle, quella di sant’Antonio e di san Sebastiano. È invece in corso, pagato da Ferrari, il restauro della Maestà di Assisi, l’affresco di Cimabue che ritrae la Madonna col bambino in trono.
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