Non si fermano le polemiche sul nuovo autobus elettrico ad Assisi, in servizio da inizio maggio 2018, ma anche sull’assenza di controlli nelle vie di maggior traffico (pedonale o di veicoli) percorse dal pullmino, più volte denunciate e mai risolte. Sono Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Faisa-Cisal, con una lettera inviata a Busitalia e all’amministrazione comunale di Assisi nella persona del sindaco Stefania Proietti, al comandante della municipale assisana Antonio Gentili e al prefetto di Perugia Raffaele Cannizzaro, a segnalare una “situazione di grave pericolosità”, alla quale nessuno – almeno pubblicamente – ha mai risposto.
Secondo la missiva dei sindacati pubblicata dal Corriere dell’Umbria in edicola il 9 maggio, gli autisti “si trovano a dover percorrere il prolungamento dell’autobus elettrico ad Assisi in via Marconi, la quale, essendo una via molto stretta e in alcuni casi senza alcuna sicurezza, con molti pedoni che, spesso, non usano correttamente il marciapiede. Tale prolungamento, fortemente voluto dal comandante della municipale di Assisi, oltre ad essere pericoloso non è neanche utile, perché gli utenti serviti hanno solo una fermata in più (a cinquanta metri dal capolinea di Piazza Unità d’Italia) e dove transita anche la linea A/B del pullmino. Infine, tale allungamento del percorso fa sì che l’autista non abbia più una sosta, con assenza di tempo per espletare le proprie funzioni fisiologiche, con un enorme danno al proprio equilibrio psico-fisico”.
Oltre all’autobus elettrico ad Assisi, lamentele anche per quanto riguarda alcune zone percorse dalla linea A e B, tratti più volte segnalati come pericolosi ma senza – secondo i sindacati – alcuna presenza da parte delle autorità competenti. Nello specifico, il dito è puntato contro la svolta davanti all’ospedale di Assisi (auto parcheggiate dove l’autobus gira), la fermata di Viole (dentro un parcheggio, dove lo spazio per il bus è contrassegnato ma non rispettato) e la fermata in via Giovanni XXIII (dove più volte gli autisti trovano auto parcheggiate nello slargo in cui dovrebbero girare, nonostante la presenza di divieti).
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