Una lunga serie di episodi che non trova fine, che arriva anche a due casi a settimana. È quella dei bocconi killer indirizzati ai cani disseminati in più parti del territorio di Assisi, Santa Maria degli Angeli e frazioni, una ventina di casi nel 2017 tra tentativi riusciti o animali salvati per il rotto della cuffia.
Gli avvelenamenti avvengono da quattro anni, l’ultimo episodio – riporta il Corriere dell’Umbria – è accaduto nei giorni scorsi, quando un cane è deceduto per aver mangiato polpette killer nella frazione di Paradiso di Assisi: “In giro c’è un killer – scrive una cittadina su Facebook – un mostro. Sì, perché la mia povera bestiola non ce l’ha fatta ed è deceduta dopo molte sofferenze. Si raccomanda a tutti i proprietari di cani massima attenzione, occhi ben aperti. Farò di tutto per scovare i responsabili dei bocconi killer”.
Una serie lunghissima, che è partita da Santa Maria degli Angeli (tante le zone interessate in un recente passato, con polpette gettate addirittura nei giardini della abitazioni) e si è poi spostata nelle frazioni: nella zona di Tordibetto morirono addirittura due cani e una volpe, tanto che i vigili urbani misero cartelli di avvertimento. Se non muoiono per colpa dei bocconi killer, i cani affrontano comuque un lungo ricovero: “Non se ne può più – dicono i cittadini, proprietari di cani o semplici amanti degli animali – è richiesta una verifica costante per scovare tali soggetti ed una bonifica. Adesso basta! Uniamo le forze, poniamo fine a tutto ciò”.
E cresce l’allarme anche a Rivotorto di Assisi dove sui pali della luce che costeggiano la superstrada sono comparsi proprio in questi giorni i cartelli di pericolo affissi appunto dagli organi competenti del comune di Assisi: “Attenzione, pericolo – recitano gli avvisi – zona con sospetta presenza di esche avvelenate”. “Nella lunghezza della superstrada che passa per Rivotoroto e nelle vie limitrofe ci sono esche avvelenate – scrive un utente su Facebook – non si può più nemmeno andare a fare una passeggiata con il cane, siamo esausti, adesso basta”. Tanti i commenti di rabbia apparsi sul noto social network: “servono telecamere nascoste per scovare e punire chi si macchia di tali oscenità” – è il consiglio dei più.
Il reato penale di avvelenamento sugli animali è punibile con severe multe, fino alla reclusione in carcere. Ma lo ‘spauracchio’ del carcere non sembra fermare i killer.
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