Niente stato di emergenza alluvione per le piogge del 12 giugno scorso: la Regione Umbria lo aveva chiesto a luglio, dopo che, secondo la stima degli uffici preposti, erano stati quantificati danni per oltre 15 milioni 600 mila euro, di cui 2 milioni 500 mila in ambito privato e alle attività produttive. L’emergenza alluvione interessava i Comuni di Perugia, Assisi, Bevagna, Citema, Corciano, Gubbio e Valfabbrica, oltre a Umbra Acque, ex Provincia di Perugia per le opere idrauliche e gli interventi sul reticolo idrografico regionale e per la Provincia (Area viabilità) relativamente alle strade provinciali.
Il Governo ha però risposto picche all’emergenza alluvione, come spiega il vice capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli: “Pur comprendendo il disagio determinatosi in conseguenza degli eventi, ad avviso dello scrivente gli stessi dovranno essere fronteggiati nell’ambito dei poteri e delle competenze attribuiti dalla normativa vigente alle amministrazioni e agli enti ordinariamente preposti”.
Per Borrelli, le situazioni di dissesto evidenziate dalla Regione appartengano ad eventi pregressi. Il territorio in esame si caratterizza per un’elevata vulnerabilità idraulica rappresentata essenzialmente dalla perdita del reticolo idrografico e/o dal suo confinamento in ambiti assolutamente insufficienti. Essenzialmente per mancanza di manutenzione, in molti casi, dei corsi d’acqua e delle strutture che sugli stessi insistono, e per l’assenza di interventi a scala di bacino che possono consentire la risoluzione a lungo termine delle problematiche cha a più riprese, e per eventi anche di non particolare intensità, si vengono a determinare”.
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