Un appello alla partecipazione e non al rancore, perché “la libertà è partecipazione”, ma “in questo tempo del rancore, in questa società rancorosa”, spesso ci si sfoga “nel buio della propria stanza, davanti a uno schermo, in solitudine”, che è quanto di più contrario ci possa essere rispetto alla vera partecipazione. Questo l’invito che il capo della Polizia Franco Gabrielli ha rivolto agli oltre 800 studenti umbri, ragazzi dei licei e istituti professionali di Perugia e Assisi, presenti nella mattinata di martedì 17 aprile al Teatro Lyrick di Assisi. Preceduto dagli interventi, tra gli altri, del sindaco Stefania Proietti, del vescovo Domenico Sorrentino, del campione (e poliziotto) Roberto Cammarelle, del giornalista Pif (in video collegamento), del questore di Perugia Giuseppe Bisogno e della direttrice scolastica Francesca Cencetti e alla presenza di Alma Petri, vedova dell’agente Emanuele Petri ucciso in servizio dalle Nuove Brigate Rosse e al quale è dedicato il commissariato di Assisi, Franco Gabrielli ha concluso l’incontro di educazione alla legalità partito da un progetto della Polizia di Stato risalente al 2015 e portato avanti in collaborazione con l’Istituto d’Arte di Perugia “Bernardino di Betto”.
Dopo una visita al Commissariato di Assisi, Franco Gabrielli ha visitato anche il Centro tecnico nazionale di boxe e il museo nazionale di Pugilato. Ad accoglierlo tra le mura pugilistiche, c’era il presidente europeo Eubc Franco Falcinelli, oltre a Flavio D’Ambrosi, il vice presidente vicario FPI, Roberto Cammarelle, pluri medagliato dei pesi supermassimi ed oggi componente della Giunta nazionale Coni e direttore tecnico del gruppo sportivo Fiamme Oro, Francesco Montini, presidente Gruppi sportivi Fiamme Oro e dirigente superiore, il prefetto Filippo Dispenza, Luisa Pellizzari dirigente generale della pubblica sicurezza. Poi il capo della Polizia ha incontrato gli studenti, che avevano realizzato la mostra “La città che noi vogliamo” e parte dei lavori erano stati donati in via permanente al Commissariato di Assisi, che – ha ricordato il vicequestore aggiunto Francesca Domenica Di Luca, che guida la Ps di Assisi – “è il luogo dove noi lavoriamo e la casa dei cittadini: essi devono sapere che possono venire in Commissariato per richiedere un passaporto e fare denunce, ma anche per trovare conforto e rassicurazione”.
Si è partiti, dunque, dal ruolo dell’arte nella formazione dell’ individuo, perché una “persona educata alla bellezza non può che compiere azioni eticamente corrette”, fino ad arrivare a quello dello sport, con il pugile medaglia d’oro alle Olimpiadi, Roberto Cammarelle e le giovani promesse del Centro nazionale federale di Assisi. “Il pugilato è uno sport duro che spesso si rivolge a un’ utenza difficile, attraverso il quale si riescono a recuperare regole e rispetto per gli altri – ha commentato Franco Gabrielli – ci sono sezioni anche nei luoghi complicati del Paese. Questa è una modalità diversa ma non meno significativa di affermare i valori della legalità”. Diverse autorità sono intervenute dal palco: il questore di Perugia, Giuseppe Bisogno; il sindaco di Assisi, Stefania Proietti; il procuratore generale di Perugia, Fausto Cardella; il prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro e il custode del Sacro convento di Assisi, padre Mauro Gambetti. Quest’ ultimo ha esortato i ragazzi ad essere “trasgressivi, nel senso di prendersi a cuore il compito di una vita, decidere per cosa spenderla. Abbiamo bisogno nella società – ha detto – di giovani che realizzino la propria vocazione”.
Una vocazione da realizzare anchecon la partecipazione: “La nostra amministrazione ha come motto Sub lege libertas, ‘Sotto la legge, la libertà’: Giorgio Gaber ci ricordava che la libertà è partecipazione”, la premessa di Franco Gabrielli, secondo cui la nostra società è oggi purtroppo molto rancorosa”, che trova una modalità di espressione perversa, lo sfogatoio di internet. “Il rancore si amplifica e si fa pervasivo, non ha barriera: ma questo rancore – ha aggiunto il capo della Polizia – ha molto poco a che fare con la partecipazione perché si sta davanti a uno schermo, nella propria solitudine, indifferenza e rabbia. Oggi invece abbiamo bisogno di partecipare ed essere coinvolti: non chiedetevi – ha concluso Gabrielli citando Kennedy – cosa il vostro Paese può fare per voi, chiedetevi cosa voi potete fare per il Paese”. (Continua dopo il video)
Nel corso della sua visita ad Assisi, Franco Gabrielli ha parlato anche di ricostruzione post sisma e di sicurezza in Umbria: “Chi delinque sulla ricostruzione delinque due volte perché – ha spiegato il capo della Polizia – oltre a compiere un delitto specula sulle sofferenze della gente, sulle difficoltà dei territori che invece avrebbero bisogno di riacquistare una fiducia che troppo spesso queste vicende contribuiscono ad abbattere, a rallentare i tempi e a far vivere in modo ancora più doloroso di quanto la vicenda calamitosa abbia in qualche modo già comportato”. Per Gabrielli, “I temi della ricostruzione sono temi importanti anche perché dove gira denaro questo rappresenta attrattiva importante per le organizzazioni criminali o per chi vuole delinquere e quindi l’attenzione sarà alta”. Un’attenzione che per Franco Gabrielli non deve essere messa in atto solo da parte della polizia ma anche da altri soggetti che devono concorrere alla ricostruzione. “Un ruolo fondamentale – ha sostenuto – lo ha la magistratura laddove poi dovessero verificarsi delle situazioni che ci auguriamo non debbano mai avvenire”. Per quanto riguarda la sicurezza, “L’Umbria in termini di sicurezza è una realtà alla nostra attenzione e fortunatamente non è nella parte bassa del tabellone. Ogni territorio – ha concluso Gabrielli – vive i propri problemi e l’Umbria certo è una realtà dove il crimine non deve essere sottovalutato ma non ha picchi di grande preoccupazione”.
Foto © Mauro Berti/Video dopo la gallery, Polizia di Stato
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