Assisi piange Grazia Viterbi, Graziella come era conosciuta, un’ebrea nascosta e salvata durante la persecuzione razziale. La giovane arrivò ad Assisi nell’ottobre del 1943, con il padre, la madre e la sorellina Myriam di appena 10 anni.
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A dare la notizia della scomparsa di Grazia Viterbi il vescovo, Domenico Sorrentino, che esprime profondo cordoglio alla famiglia. “Voglio esprimere le più sentite condoglianze e la mia vicinanza in questo momento di dolore ai figli di Grazia Viterbi, Benedetto ed Emanuele Carucci e alla sorella Miriam che ho incontrato appena due settimana fa a Gerusalemme. Con tutta la comunità di Assisi vi siamo vicini nella preghiera. Ho ancora un vivo ricordo dell’incontro avuto con Grazia l’agosto scorso in occasione della visita in Assisi della presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello e ancor prima nell’ottobre del 2013 quando nella sala della Spogliazione incontrò papa Francesco. È anche grazie alla sua testimonianza che Assisi si è arricchita del Museo della Memoria dove si racconta anche della storia della sua famiglia. In questi anni di ricerche e di riscoperta della memoria, portate avanti dalla curatrice del Museo Marina Rosati – aggiunge il vescovo – Grazia Viterbi, che tutti in Assisi conoscevano come Graziella, è stata una figura fondamentale per diffondere un messaggio di speranza e accoglienza”. Anche l’Opera Casa Papa Giovanni dove Grazia è stata ospitata nell’ultima sua visita in Assisi e Marina Rosati in qualità di ideatrice del Museo della Memoria esprimono le condoglianze alla famiglia”.
“Graziella Viterbi – ricorda il sindaco Stefania Proietti – è uno degli oltre 300 ebrei salvati nella città di San Francesco grazie al Vescovo Nicolini, al segretario Don Aldo Brunacci e a religiose, religiosi e cittadini assisani come i tipografi, padre e figlio, Luigi e Trento Brizi, uniti in una rete clandestina di assistenza e da uno straordinario coraggio che li fece mettere a rischio la propria vita per salvare quella di altri perseguitati”. Nella città di San Francesco, i Viterbi acquisirono la loro seconda identità, diventando la famiglia Vitelli di Lecce. “È stata Graziella a raccontare, tra le altre vicende, del Podestà di Assisi, Arnaldo Fortini, e di come li incontrò a casa propria: poteva denunciarli e invece nascose i loro effetti personali. Questo particolare mi ha sempre profondamente colpito nella storia dei Giusti di Assisi”.
“È grazie anche a Grazia Viterbi, una delle ultime testimoni viventi del ruolo che Assisi ebbe nella salvezza di tanti ebrei, che la nostra città è stata insignita, nel 2004, della medaglia d’oro al merito civile – ricorda il sindaco – che ci fa essere orgogliosi di appartenere ad una Città che si è distinta per atti umanitari che consentirono la salvezza di ebrei, perseguitati politici, profughi e sfollati, ad una Città, non dobbiamo mai dimenticarlo, che è stata splendido esempio di amore per il prossimo e di solidarietà ai popoli.” “Ho portato il mio saluto personale a uno dei figli di Graziella, Benedetto, che ho conosciuto anni fa e che ho invitato a farci nuovamente visita: gli ho ricordato quell’immagine indelebile del lungo e straordinario dialogo che Graziella ebbe con Papa Francesco al quale potemmo assistere nel Santuario della Spoliazione durante la visita del 4 ottobre 2013”.
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