C’è anche un imprenditore di Strongoli (provincia di Crotone), ma da tempo residente a Santa Maria degli Angeli, nella maxi inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro contro la ‘ndrangheta e che ha portato all’arresto di 169 persone, eseguite nelle scorse ore dai carabinieri del Ros. Il sodalizio sgominato – – si legge in una nota – aveva ramificazioni in diverse regioni italiane e la sua operatività, come accertato in collaborazione con la polizia tedesca, si estendeva anche nei lander dell’Assia e del Baden-Wurttemberg.
La maxi indagine contro la ‘ndrangheta, denominata “Stige”, ha messo le mani sulla cosca Farao-Marincola, una delle più potenti della Calabria con ramificazioni anche nel Nord e Centro Italia e in Germania. Le indagini hanno ricostruito uno scenario di pervasiva infiltrazione mafiosa in diversi settori economico-imprenditoriali, dal commercio di prodotti vinicoli e alimentari, alla raccolta dei rifiuti, ai servizi funebri, agli appalti pubblici, nonché una fitta rete di connivenze da parte di pubblici amministratori. I numerosi arresti ed i sequestri per un valore complessivo di 50 milioni di euro sono stati eseguiti dai carabinieri in Italia e contestualmente dalla polizia tedesca in Germania.
L’imprenditore residente ad Assisi, secondo quanto riportato dai quotidiani locali e poi da Perugia Today, dovrà rispondere di associazione per delinquere di stampo mafioso perché – come si legge nell’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Catanzaro, prima di emigrare ad Assisi “provvedeva ad avvicinare – su disposizione di Giuseppe Giglio (considerato capo dell’omonima cosca di Strongoli che detiene il controllo del territorio e arrestato nel 2011) – imprenditori e titolari di lavori privati e pubblici del territorio di Strongoli, al fine di formulare le richieste estortive con il compito di avvisare circa la presenza di forze dell’ordine nel paese”. A ore l’arrestato sarà interrogato dal gip.
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