La magia della neve al Mortaro sul Monte Subasio: è la foto di Angelo Maccabei (gentilmente concesssa) che non ha bisogno di ulteriori commenti. Il Mortaro sul Monte Subasio (in realtà tre: Grande, Mortaiolo e Mortaro delle Trosce) deve il suo appellativo alla somiglianza con il mortaio: si tratta di sprofondamenti causati dall’azione di erosione delle acque e popolarmente ritenuti, anche in tempi non lontani, dei crateri vulcanici.
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Come riporta Parco del Monte Subasio, libro edito da Quattroemme nel 2006, il Mortaro sul Monte Subasio, in epoche passate, insieme al Mortaiolo, era utilizzato come riserva di ghiaccio: la neve veniva accumulata sul fondo, pressata e poi coperta, così da resistere anche durante la stagione calda, e costituire una utile riserva fino all’inverno successivo. In caso di necessità veniva tagliata in blocchi, trasportata a valle e poi venduta per la conservazione degli alimenti.
La bellezza della neve al Mortaro sul Monte Subasio ha però anche una controindicazione: tanti gli automobilisti che, nonostante il divieto, si avventurano sulla cima del monte Subasio salvo poi rivolgersi ai vigili del fuoco di Assisi (costretti ad agire togliendo risorse da potenziali altre situazioni di emergenza) se rimangono bloccati per mancanza di attrezzature adeguate (gomme invernali e soprattutto catene da neve).
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