Il premio Nobel per la Pace 2016 è andato al presidente della Colombia Juan Manuel Santos, che ha guidato il Paese verso il processo di pace con i guerriglieri Farc. “Viva soddisfazione per un meritato riconoscimento al Presidente Juan Manuel Santos. Seguiamo con attenzione i processo di Pace in Colombia”, ha dichiarato padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi
Sessantacinque anni, giornalista ed economista prima di scendere in politica, diventare ministro della Difesa nel 2006 e assumere la guida della Colombia sei anni fa, Santos ha ottenuto il Premio Nobel per la pace 2016 per avere raggiunto un accordo di pace con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, appunto le Farc, che ha messo fine a una guerriglia durata mezzo secolo e che ha ucciso 220mila persone. L’accordo è stato il risultato di lunghi negoziati – che sono andati avanti per quattro anni, a L’Avana, Cuba – ma nonostante questo, il 2 ottobre scorso, è stato bocciato dai colombiani al referendum.
“Questo – dice il comitato che ha deciso il Premio Nobel per la Pace 2016 – non va inteso come un no alla pace. Il dissenso popolare è stato pronunciato contro una specifica formulazione dell’accordo. Perciò sottolineiamo proprio l’importanza che Santos guidi ora un più ampio dialogo, per una nuova stretta di mano che trovi basi ampie e quindi maggiore sostegno. Esortiamo tutte le parti, tutti i partiti, a dare il loro contributo”.
Il Premio Nobel per la Pace 2016 va dunque a Santos, ma, sottolinea ancora il comitato, “simbolicamente va a tutti quelli che nel suo Paese hanno lottato per far avanzare la pace”. Il presidente colombiano ha accolto la notizia “sopraffatto, molto grato e sorpreso: il premio – ha commentato – è estremamente importante per il futuro del processo di pace”.
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