(S.B.) Piove dentro alle stanze del Pronto soccorso di Assisi. La segnalazione arriva da alcuni utenti che si sono recati nella mattinata di oggi, lunedì 20 maggio, all’ospedale della città Serafica per cure ed interventi urgenti. Complice la pioggia ed il maltempo di questi giorni, la problematica sembra essersi accentuata.
Una problematica che – da quanto si apprende – non è nuova e che va avanti ormai da diverso tempo, rendendo tale la situazione ogni volta che cade la pioggia. Proprio quando piove infatti l’acqua penetra all’interno di alcune stanze e raggiunge in modo particolare il corridoio del Pronto Soccorso di Assisi, danneggiando il soffitto ricoperto da cartongesso e le pareti, evidenti i segni e le chiazze d’acqua riportate sulle strutture citate. Urgenti interventi che possano risolvere una situazione non piacevole e dannosa per la struttura e per chi la frequenta.
E pensare che nel 2015 – come reso noto dall’azienda all’epoca – la Usl ha investito 1 milione e 600mila euro. La struttura aveva visto un imponente maquillage, con la realizzazione di spogliatoi e la riqualificazione della degenza chirurgica, oltre all’attivazione di 14 posti letto di residenza sanitaria assistita. Era stato inoltre completamente ristrutturato il reparto degenze di chirurgia, dotando tutte le camere di servizi igienici accessibili ai disabili e mettendo in sicurezza tutti gli impianti. Infine, erano stati completati lavori relativi all’annoso problema del nuovo parcheggio, che ora dispone di circa 100 posti auto.
Il tutto succede peraltro mentre si è ancora in attesa di capire quando sarà convocato il consiglio aperto chiesto dai consiglieri Giorgio Bartolini, Emidio Fioroni e Moreno Fortini a inizio maggio 2019. L’obiettivo è “di cercare la migliore soluzione per l’utilizzo dell’ospedale di Assisi, considerato che la Città Serafica è frequentata da milioni di visitatori e quindi il futuro del nosocomio è di estremo interesse per tutte le componenti della società locale. La struttura però, in questi ultimi anni, è stato relegata dalla Regione ad una funzione sempre più marginale”.
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