Primi caffè in tazzina e consumati al bancone del bar o sui tavolini, negozi che riaprono nel segno del distanziamento sociale e della sanificazione. Primi cenni di (timida) riapertura ad Assisi, con una fase 2 che, nel centro storico ma anche in alcune zone di Santa Maria degli Angeli, risente dell’assenza di turisti. Per dare un segnale qualche bar e negozio di souvenir ha comunque aperto. Anche se – confessa qualche commerciante – più che nei giorni feriali, si spera in qualche ‘turista’ dai comuni limitrofi che arriveranno, forse, nel weekend. In generale, per la riapertura ad Assisi si aspetta però il tre giugno. Questo ovviamente nella speranza che, con la riapertura dei confini regionali, tornino anche i turisti.
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Molti ristoranti e molte attività, soprattutto quelle turistiche al cento per cento, hanno infatti scelto di rimanere comunque chiuse, soprattutto se i locali sono di proprietà e non in affitto. Tanti i bar che attendono di sapere come la Soprintendenza risponderà alla risposta della giunta avanzata nei giorni scorsi. Ricordando che “Assisi da sola rappresentava fino a ieri il 25 per cento delle presenze turistiche nella nostra regione” e che “l’intero sistema dell’accoglienza e il relativo indotto rischia di non riprendersi se non vengono studiate misure di sostegno”, il sindaco e la giunta hanno inviato una lettera alla Soprintendenza dell’Umbria, con cui ha chiesto una deroga, o meglio un’interpretazione estensiva della norma, relativamente all’occupazione del suolo pubblico da parte di bar e ristoranti, sia per chi utilizza già spazi pubblici, sia per chi potrebbe riaprire facendolo.
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