Riguarda anche Assisi (e l’Umbria, con due aziende a Città di Castello e Foligno) l’indagine sul riciclaggio milionario con arresti a Milano per corruzione e riciclaggio. I militari della Guardia di Finanza lombarda, su delega della Procura della Repubblica, stanno eseguendo l’operazione “Swift-Mycash” con una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti di due professionisti, un fiduciario svizzero e un consulente lombardo, accusati di aver riciclato oltre 21 milioni di euro di capitali provenienti da frode fiscale, gestiti fiduciariamente in paradisi fiscali su fondi cifrati off-shore, trasferiti attraverso una pluralità di operazioni simulate tra società veicolo statunitensi ed europee con conti correnti radicati tra Austria, Cipro, Inghilterra, Canada, Ungheria, Germania, Slovacchia, Bahamas e Isole Mauritius.
Ad Assisi un quarantenne imprenditore, romano di nascita e con studi in Svizzera, proprietario di un agriturismo in zona, sarebbe tra i protagonisti di quello che a Milano viene definito un vero e proprio «schema criminale». La notizia dell’identità dell’uomo è riportata dal Messaggero Umbria. Il 40enne è indagato assieme ad altre otto persone perché, fanno sapere dalla gdf, “le indagini hanno fatto emergere che lo schema criminale realizzato dai professionisti arrestati è risultato strumentale non solo a garantire un indebito risparmio di imposta a numerosi contribuenti nazionali, in favore dei quali i proventi della frode fiscale venivano gestiti fiduciariamente in paradisi fiscali oppure retrocessi in denaro contante, ma anche a creare fondi neri all’estero, oggetto di monetizzazione in contanti per la successiva effettuazione di dazioni corruttive o in alternativa al trasferimento delle somme sui conti elvetici dei destinatari delle tangenti”.
Secondo le carte riportate dal Messaggero, l’imprenditore assisano avrebbe partecipato in concorso con i due arrestati ed altre persone, dal 2010 al 2020, ad attività di riciclaggio attraverso “compagini estere” utilizzate proprio per questo scopo. “Operazioni di trasferimento di somme di denaro al fine di non consentire l’identificazione della provenienza attraverso movimentazioni estero su estero» si legge nelle carte dell’inchiesta milanese «sino alla retrocessione in Italia, anche in contanti, e all’estero su relazioni bancarie offshore per un ammontare complessivo di oltre 18 milioni di euro”. Assieme proprio al fiduciario svizzero, il titolare dell’agriturismo di Assisi avrebbe inoltre, sempre secondo quanto si legge nell’ordinanza, compiuto “operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza da frode fiscale della somma di circa 550mila euro, percependo per tale attività una commissione del 18% della somma riciclata”. All’uomo sono state sequestrati 99.000 euro.
Complessivamente, sono 9 i soggetti indagati, a vario titolo, per il reato di riciclaggio internazionale aggravato dalla finalità di consentire a terzi di commettere condotte di corruzione fra privati, frode fiscale mediante uso di fatture per operazioni inesistenti o più articolate operazioni di interposizione fittizia di veicoli societari creati ad hoc per dirottare in paradisi fiscali redditi altrimenti imponibili in Italia e, infine, corruzione fra privati. La multinazionale milanese, che grazie alle tangenti pagate dai sui ex dirigenti, avrebbe ottenuto una commessa da 20 milioni di euro, dovrà rispondere ai sensi della disciplina della responsabilità amministrativa degli enti che prevede l’applicabilità di sanzioni pecuniarie oltre al sequestro del profitto delle condotte corruttive commesse a proprio beneficio e vantaggio.
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