Oltre un anno senza incontrare il padre e i nonni. È il Tg 3 Umbria (link diretto, minuto 11.40) a tornare sulla vicenda del bimbo di Assisi conteso dai genitori, con un servizio andato in onda il 25 maggio 2021 in cui (dopo quella della mamma) si dà conto della versione del padre. Nella ricostruzione del servizio, si spiega che il bimbo di Assisi deve andare in comunità, come da decreto del Tribunale dei Minori di Perugia, “perché non può vivere il rapporto con il padre da cui è stato staccato per troppo tempo, gli è stata negata la bigenitorialità. Per questa ragione verrà sospesa la responsabilità genitoriale della mamma, che ha presentato reclamo formale”.
L’avvocato Franco Matarangolo, che difende il padre, spiega che “erano stati programmati incontri con assistenti sociali ed educatori presente. Prima c’era pandemia, ed eravamo impreparati. Ma ora sono state frapposte numerose difficoltà che hanno reso impossibile la frequentazione del padre con il figlio”. A decidere della sorte del bimbo – ricorda il TGR – non è stata l’alienazione parentale, ma “un’accurata indagine che ha condotto i consulenti a prendere una decisione che “tiene conto del bene del minore”. “Il padre – conclude l’avvocato Matarangolo – nega che ci sia stato episodi di violenza men che meno nei confronti del figlio. Ai racconti si sono succedute indagini, esami e approfondimenti di organi terzi, si è visto che padre ha adeguate capacità genitoriali, non ha un carattere violento e può fare il padre. Il decreto c’è”.
E intanto arriva una nota dell’associazione nazionale magistrati, che sul caso del bimbo di Assisi conteso dai genitori “esorta gli organi di stampa alla completezza e al rigore della cronaca concernente i contenuti dell’attività giurisdizionale e dei provvedimenti adottati in tale sede, ritenendo del tutto improprio riportare la posizione di una sola parte interessata, oltretutto destinataria del provvedimento, senza specificare almeno i requisiti in presenza dei quali sono adottate decisioni di questo tipo. Esprime solidarietà ai magistrati del Tribunale per i Minorenni, ufficio di elevata professionalità, che esercita la giurisdizione in situazioni di grande complessità e delicatezza, avendo quale faro del proprio agire l’unico ed esclusivo interesse del minore”.
Foto in evidenza, Katherine Chase/Unsplash
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