Sono state due bambine, un bambino e un adolescente ad aiutare la Polizia di Stato di Assisi a denunciare un’insospettabile trentaduenne perugina (di buona famiglia e aspirante avvocato) per il furto di un cappotto da 52 euro subito da una professionista di Bastia Umbra. È successo nei giorni scorsi: la donna era venuta a cena in un ristorante del centro storico e aveva appeso il cappotto in puro cashmere con inserti in visione, sull’appendiabito di fronte al tavolo distante alcuni metri, ma quando è andata a pagare non lo ha più trovato. Grazie alla testimonianza di due bambine, si è scoperto che a “prenderlo” era stata una commensale seduta a un tavolo vicino. Un altro bambino che stava giocando nei pressi della cassa al momento di pagare il conto della cena aveva visto la donna che, con fare sospetto, faceva capolino da un muro divisorio. Un adolescente, infine è corso fuori dal ristorante per cercare di fermare la ladra, memorizzando il numero di targa dell’auto.
Proprio grazie a quest’ultimo particolare, la Polizia è risalita a un artigiano quarantenne, della Provincia di Arezzo, incensurato, ripreso dalle immagini del sistema di videosorveglianza del parcheggio pubblico nel frattempo acquisite dagli agenti guidati dal vicequestore aggiunto Francesca Domenica Di Luca, proprio in compagnia della signora bionda (con sottobraccio il cappotto) mentre pagano il ticket della sosta. Infruttuosa la perquisizione dei poliziotti dell’Ufficio Anticrimine nella casa dell’uomo, la Polizia si è recata in casa della donna: a nulla sono valse le lacrime e la costernazione della donna che dichiarava agli agenti di averlo preso per sbaglio e di non aver fatto in tempo a riportarlo al ristorante perché troppo impegnata nella preparazione di un difficile e impegnativo concorso pubblico del quale stava attendendo l’esito. La donna veniva condotta in Commissariato dove veniva denunciata per il reato di furto con destrezza. Il cappotto è stato invece restituito alla professionista di Bastia Umbra
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