Assisi protagonista, venerdì 24 gennaio alla Camera dei Deputati, nell’ambito della cerimonia per il Giorno della Memoria che il presidente Roberto Fico ha voluto dedicare a Gino Bartali. Nel corso dell’evento, dal titolo “Bartali Campione Giusto”, il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, ha inquadrato la figura di Bartali nell’ambito della rete clandestina che negli anni 1943-1944 portò alla salvezza di centinaia di ebrei.
La Camera ha anche allestito una mostra con alcuni oggetti e documenti contenuti nel Museo di Assisi che resterà aperta a Montecitorio fino al 2 febbraio. Fico, ringraziando i direttori del Museo del ciclismo Gino Bartali di Firenze e del Museo della memoria di Assisi presenti al convegno “per aver consentito di allestire questa piccola ma preziosa mostra (‘Bartali Campione Giusto’) che sarà aperta a tutti i cittadini, alla Camera dei Deputati, a partire dal 27 gennaio – in coincidenza con il Giorno della Memoria – sino a domenica 2 febbraio per Montecitorio porte aperte”. “Credo sia un’iniziativa che può offrire un importante contributo per raccontare gli orrori della Shoah, e per alimentare quell’esercizio civico di memoria che è uno degli strumenti indispensabili per contrastare antisemitismo e odio. Ciascuno di noi ha il dovere di fare la sua parte”, ha aggiunto il presidente della Camera (dalla cui pagina Facebook sono tratte le foto in evidenza e in basso)
Nel corso del suo intervento il vescovo di Assisi ha parlato di una testimonianza inedita appena stampata intitolata “Gli abitanti del Castelletto”, scritta da una bambina ebrea che allora aveva appena 10 anni, Mirjam Viterbi Ben Horin, nascosta e salvata ad Assisi e che si inserisce nella storia della rete clandestina a cui ha partecipato anche Gino Bartali. Prima della cerimonia il vescovo monsignor Sorrentino ha fatto omaggio di una copia al presidente Fico che si è commosso nel vedere la grafia e i disegni originali riprodotti nel libro.
“Bartali – il saluto di Sorrentino a Bartali Campione Giusto – fu uno di quegli uomini dei quali vorremmo piene le nostre comunità religiose, e le nostre comunità civili. La sua fede dichiarata e praticata era sinonimo di un animo aperto, capace di dono, fino al rischio della vita. Dalla sua fede anche il coraggio di farsi postino della vita e della libertà, quando le ombre fosche del razzismo e dell’antisemitismo si annerirono all’inverosimile divenendo genocidio. A Bartali dobbiamo dire grazie, perché con la sua bicicletta magica ha tracciato fili di luce in quel buio pesto. Mai come in quella circostanza la sua battuta proverbiale calzava a pennello: tutto sbagliato, tutto da rifare! L’odierna memoria della shoah, e il ricordo di Bartali “giusto tra le nazioni”, ci aiutino a contrastare ogni violenza e a disegnare – non soltanto a sognare – un futuro di pace”.
© Riproduzione riservata

