Scoperto a Bettona un raro autoritratto di Antonio Canova firmato e datato 1812, mezzo busto considerato disperso da oltre un secolo, ma che in realtà era abbandonato dietro una porta nei magazzini comunali. Il ritrovamento dell’opera di Antonio Canova, in gesso marmorizzato e completo di base, tra i migliori esemplari rimasti, ha destato molto stupore nel comprensorio bettonese, in quello che è uno dei borghi più belli d’Italia, ma al tempo stesso grandissima soddisfazione fra coloro che, una volta ritrovato, hanno adesso appreso il reale valore del gesso, che potrà essere esposto e visionato nel Museo della Città di Bettona, ufficialmente riaperto al pubblico. “Nel catalogo della Pinacoteca di Bettona del 1996 tra le opere disperse viene elencato questo busto di Antonio Canova” – ha spiegato al Corriere dell’Umbria il Maestro Guerrino Lovato, celebre scultore e grande conoscitore di arte, che ha studiato presso l’Accademia delle belle arti di Venezia, con numerose esperienze in Italia e all’estero. “Era diviso in due parti – continua Lovato – ma stava a vista nei depositi comunali nel complesso di San Crispolto a Bettona. Insieme a Giorgio Foresti, Angela Fratellini, Mario Papalia, che mi accompagnarono a visionare le opere del Comune, lo vidi e lo compresi subito”, continua Lovato. “La rottura è di facile restauro e la conservazione della testa, con i ritmati capelli e la perfetta anatomia, è eccezionale. Rara e preziosa è la marmorizzazione color avorio della superficie che lo ha conservato intatto”. Una scoperta di grandissimo valore socio-culturale per il borgo umbro, che potrà fungere da attrattiva per una Bettona che sempre più punta a far conoscere le proprie bellezze artistiche per valorizzare il comparto turistico. “È probabile che il mezzo busto di Antonio Canova sia arrivato a Bettona con lascito alla città dai Preziotti che avevano ruoli importanti a Roma e un palazzo a Bettona, forse amici dello stesso scultore, che sia col clero che con l’Imperatore, ma anche con Napoleone, seppe essere artista, consigliere e figura di cultura alla moda. Quando Antonio Canova si ritrasse aveva 55 anni – spiega sempre il maestro Lovato – e questo è l’unico autoritratto in scultura, in quanto come egregio pittore si raffigurò più volte nel corso della vita e posò per vari pittori. Il nudo eroico, la pettinatura dalla nuca alla fronte come Giulio Cesare, il volto glabro e lo sguardo lontano, dicono della dichiarata adesione all’arte greca attraverso la romanità, nuovo Prassitele in terra italiana. Impeto e controllo, bellezza ideale e forza, illuminismo e passione. Un neoclassico già romantico e moderno, l’ultimo artista italiano di livello europeo: a Bettona dietro la porta, ma ora in Pinacoteca, per sempre”.
Di Antonio Canova esistono poche opere di valore assoluto, tra cui quella di Bettona. “Possedere l’autoritratto del grande scultore e mecenate Antonio Canova era segno di raffinatezza, prestigio, di assoluta dedizione al bello ideale e ai valori neo-antichi, che il nostro geniale artista impersonava”. Dice Guerrino Lovato, che poi dice: “Le varie repliche sono firmate e datate sul retro: Canova Ipsius F. 1812 (tradotto: Canova se stesso fece). Canova nel 1812, su invito di amici, modella in creta, converte in gesso e scolpisce nel marmo il suo ritratto in formato colossale. Il marmo è a Possagno, nel suo tempio accanto alla sua tomba. Il gesso prototipo con i funzionali punti per la copiatura si trovano uno a Possagno in gipsoteca e uno a Roma all’Accademia di San Luca. Altre repliche in gesso, ma ricavate tramite calchi dal marmo, Canova le regalava a clienti e ammiratori, ne esistono circa otto esemplari. Uno a Venezia al museo Correr, uno nella collezione Zeri a Mentana e altri sparsi tra Russia, lnghilterra e Germania. Una replica in marmo, ma del Rinaldi, la possedeva a Ferrara il Cicognara, amico e mentore del Canova”.
Ed è grandissima la soddisfazione nella cittadina umbra, per il ritrovamento dell’opera. “Siamo molto soddisfatti” – ha spiegato, sempre in un’intervista rilasciata al Corriere dell’Umbria, il sindaco Lamberto Marcantonini, che ha presentato il busto ai cittadini e ai tanti sindaci dei comuni limitrofi con un visita privata al Museo cittadino, dove sono state illustrate le tante opere presenti, fra le quali anche un’opera de El Grego e “I Corali di Bettona”, due preziosissimi libri in pergamena risalenti al XIII secolo, illustrati accuratamente dalla dottoressa Nadia Togni. “Il gesso è di valore assoluto, così come lo sono le tante opere qui presenti – ha proseguito il sindaco – Bettona ha molte bellezze, da oggi ne annoveriamo un’altra di grande importanza”. Ufficiale dunque la riapertura del Museo cittadino. “Dai primi di Agosto, Bettona ha di nuovo il Museo che rimarrà costantemente aperto ed accessibile al pubblico. È qui che verrà esposta l’opera di Antonio Canova dopo il restauro. Bettona – concludono dall’Amministrazione – è uno fra i borghi più belli d’Italia. Lavoriamo costantemente per accrescere il nostro patrimonio culturale, affinché anche la nostra cittadina diventi sempre più attrattiva per turisti e visitatori. Quel turismo, che puntiamo a sviluppare con costanza, perché il nostro deve essere un territorio accogliente e rivalutato da tutti, in primis dai cittadini”.
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