L’accordo sulla crisi Colussi è arrivato alle prime luci dell’alba del 16 novembre, e quindi, contrariamente a quanto emerso nella tarda serata del giorno prima, si voterà dal pomeriggio di oggi (16 novembre) fino alla mattinata di domani (17 novembre). Al centro del tavolo il futuro dello stabilimento Colussi di Petrignano: dopo due proposte di accordo rimasti per ora senza un accordo, fino a quanto non si è trovata la quadra intorno alla bozza di accordo, che gli operai dovranno votare in queste ore.
L’accordo è oggettivamente un punto di caduta a metà tra le richieste dell’azienda e quelle dei lavoratori: in sintesi, per “motivi strutturali e di riorganizzazione del lavoro”, invece dei (125 lavoratori di cui 115 operai, cinque impiegati e cinque impiegati della Sogesti – il centro servizi), Colussi licenzierà 64 lavoratori, con priorità (fermo restando le esigenze tecniche e produttive) per i dipendenti che non si opporranno ali licenziamento e a quelli che, anche attraverso la Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego, potranno accedere alla pensione. Ai licenziati, andranno 7.000 euro in caso di requisito per il pensionamento, 20.000 euro negli altri casi. Verranno quindi salvati 59 dipendenti, 56 dei quali (quelli addetti ai reparti produttivi) lavoreranno previo un nuovo modello organizzativo; l’azienda, inoltre, avvierà un programma quadriennale di formazione e/o riqualificazione professionale per una “maggiore polivalenza e polifunzionalità dei lavoratori” e ha chiesto la disponibilità a una riduzione dell’orario di lavoro a livello volontario a 32 ore.
Il tempo per risolvere la crisi Colussi sta per scadere: il 25 novembre scadrà la prima fase della trattativa, dopo la quale la Regione Umbria potrà convocare formalmente le parti (come già anticipato dal segretario Pd e consigliere regionale Giacomo Leonelli); per evitare i licenziamenti, ci saranno altri 30 giorni di tempo, fino al giorno di Natale.
© Riproduzione riservata

