Nei suggestivi ambienti sotterranei del Museo Diocesano si inaugura una mostra che finalmente aiuta a comprendere la storia di una parte della città sulla quale da sempre ci si pongono innumerevoli interrogativi. Il deposito archeologico, scoperto sotto la Cattedrale di San Rufino nel 1999-2000, e il toponimo Bona Mater, tramandato dai documenti medievali, sono il prologo di un percorso espositivo che racconta la vocazione al sacro e l’ininterrotta continuità di culto laddove furono costruite, in successione cronologica, le tre chiese dedicate a San Rufino, vescovo e martire di Assisi.
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Ma chi è Bona Mater? L’Abate Giuseppe Di Costanzo (1797), l’altarino del Convento di San Damiano, 50 reperti archeologi e pochi spezzoni di muri antichi ne raccontano l’origine e la trasformazione nel corso di quindici secoli, con finale a sorpresa. La mostra permanente curata dell’archeologa Maria Letizia Cipiciani, tra reale e virtuale, è allestita in un piccolo vano di epoca romanica, ambiente annesso al Chiostro della Canonica di San Rufino (XI secolo), che è stato portato alla luce pochi anni fa.
Interventi:
– Maria Letizia Cipiciani, archeologa,
– Livia Trigona, acheologa,
– letture di Carlo Dalla Costa
Brindisi finale offerto dall’associazione Strada dei vini del Cantico
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