L’evento per celebrare lo spirito di Assisi 2016 presentato a Roma nella Sala Marconi di Radio Vaticana: l’appuntamento si chiama “Sete di Pace. Religioni e Culture in dialogo”, andrà in scena nella città serafica (e dintorni) dal 18 al 20 settembre ed organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla diocesi di Assisi e dalle Famiglie Francescane.
Oltre ad alcune iniziative ‘collaterali’ – il concerto di Uto Ughi e la mostra fotografica di Alessio Bariviera – sono attesi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’inaugurazione e papa Francesco nella giornata conclusiva. Attesi ad Assisi oltre 450 tra leader religiosi (cristiani, musulmani – sembra con 26 diverse delegazioni -, ebrei, buddisti, scintoisti, giainisti, zoroastriani, induisti e altri), esponenti della cultura e delle istituzioni. Al G8 delle religioni, come è stato ribattezzato, parteciperanno Bartolomeo I (patriarca ecumenico di Costantinopoli), Justin Welby (arcivescovo di Canterbury e Primate della Chiesa d’Inghilterra), il sociologo e filosofo polacco di origini ebraiche Zygmunt Bauman, l’indiano Homi Dhalla (Fondazione mondiale culturale zoroastriana), il rabbino polacco naturalizzato statunitense Isaac Bashevis Singer (Premio Nobel per la letteratura nel 1978), Bhai Mohinder Singh (organizzazione Sikh), Sohan Lal Gandhi (presidente onorario del Global Organization Anuvrat), il presidente della Research Hindu Fondation, Sudheendra Kulkarni, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Ricciardi e il cardinal Attilio Nicora (legato pontificio per le Basiliche Papali di Assisi). Al pranzo di martedì 20 settembre nel refettorio del Sacro Convento, tra gli altri commensali sono attesi Mohamed Abdelsalam Abdellatif (consigliere giuridico del Grande Imam di al-Azhar, la più importante carica ufficiale religiosa dell’Egitto sunnita) e Koei Morikawa (Patriarca del buddismo Tendai, Giappone). Secondo Umbria24.it, verranno serviti quattro diversi menu: occidentale, islamico, vegetariano ed ebraico.
Nel corso della conferenza stampa – scrive il sito sanfrancescopatronoditalia.it, da cui è tratta anche la foto in cima al pezzo – è stato spiegato il valore dello Spirito di Assisi 2016, una tre giorni (qui il programma completo) che si svolge in un momento storico decisivo per la costruzione della pace, di fronte ai tanti scenari di guerra, terrorismo e violenza diffusa a cui assistiamo nel mondo. La manifestazione vedrà la partecipazione di oltre 450 tra leader religiosi, rappresentanti delle istituzioni e del mondo della cultura, all’assemblea di inaugurazione, ai 29 panel previsti e alla cerimonia finale. Il 20 settembre, giornata conclusiva, sarà presente, come già annunciato, anche Papa Francesco.
Ad aprire la conferenza sullo Spirito di Assisi 2016 è stato monsignor Domenico Sorrentino, vescovo della diocesi di Assisi, che ha sottolineato la necessità di e l’importanza di “costruire ogni giorno questo spirito che è spirito di Assisi perché è quello di san Francesco e quello evangelico.Quest’anno viviamo insieme, Comunità di sant’Egidio, Sacro Convento e Diocesi, un momento che a trent’anni appare come il primo più importante e più profetico che mai. Trent’anni fa c’era un mondo che era quello della guerra fredda, era quello di una pace che andava difesa, oggi troviamo quella che definisce papa Francesco ‘una terza guerra mondiale a pezzi’ e si fa veramente tanta fatica a capire dove sta andando il nostro mondo, ecco allora la grande intuizione che ebbe papa Giovanni Paolo II che fu prima di tutto una fiducia nella forza della preghiera”. Alla mattinata hanno preso parte anche Padre Enzo Fortunato, direttore Sala Stampa Sacro Convento di Assisi e Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio.
Di Spirito di Assisi 2016 si è parlato anche stamattina sul Corriere della Sera, con interventi del segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin (“La forza debole della preghiera che nel 1986 unì un mondo lacerato”, in cui il segretario di Stato vaticano scrive come «Convocando i leader delle grandi religioni mondiali ad Assisi per pregare per la pace, Giovanni Paolo II si assunse la responsabilità di aprire una via in cui le religioni si impegnavano, con maggiore slancio e nuova forza, su questo grande tema. Quella storica giornata e lo spirito che ne è scaturito parlano non soltanto di pace ma anche di unità del genere umano») e di Padre Fortunato (l’intervento “Le tappe di un dialogo iniziato nel 1219”, in cui si legge tra l’altro come «Dopo gli attentati in Francia, Siria e Pakistan la risposta al nuovo terrore sono Assisi e le parole del santo: “Fa di me uno strumento della tua pace”. Siamo in cammino per costruire ponti di dialogo e per abbattere i muri dell’indifferenza. Questo è l’impegno di Assisi con la consapevolezza che il Papa detta a pochi giorni dal suo arrivo: “Non sono sufficienti, i grandi incontri internazionali. E dai piccoli gesti quotidiani che si può costruire la pace”. È ciò che il Custode del SacroConvento di Assisi, padre Mauro Gambetti, sottolinea in questi giorni»).
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