“Se non riusciamo a conciliare i tempi della ricostruzione con la qualità del lavoro, rischiamo di rimettere in piedi le case su un territorio ormai spopolato”. L’ha sottolineato Vasco Errani, commissario straordinario per la ricostruzione post terremoto, nel suo intervento alla terza edizione del “Cortile di Francesco” ad Assisi in un incontro sul tema “Terre-Moto cosa fare”, per una strategia nazionale di prevenzione e interventi per affrontare con efficienza gli eventi sismici.
“È necessario – ha aggiunto Errani – porre un limite agli incarichi e non ripetere gli errori commessi all’Aquila”. Il commissario, nel suo intervento a “Terre-Moto cosa fare”, ha evidenziato la necessità di ricostruire innanzi tutto la comunità e il tessuto sociale dei territori colpiti dal terremoto. “Per questo il ‘com’era, dov’era’ è uno slogan utilizzato in altri terremoti, ma non sarebbe onesto riproporlo per questo evento sismico. Questo territorio ha delle fragilità strutturali che dobbiamo assolutamente migliorare”.
Presente a Terre-Moto cosa fare anche la presidente della Regione Catiuscia Marini: “Di fronte alle drammatiche esperienze dei terremoti, l’Umbria ha saputo ogni volta trarre insegnamenti”, ha detto la presidente, parlando di “una ‘scuola’ che ha permesso, nel tempo, di modificare norme, metodi, tecniche di costruzione degli edifici per renderli piu’ sicuri”. Tra l’altro, la presidente della Regione ha ricordato che proprio nel Sacro convento di Assisi, nel 1997, “si visse il dramma ed il dolore che quel terremoto causò, uccidendo quattro persone nel crollo delle volte della Basilica. Come con quel terremoto, oggi dobbiamo porci la domanda su cosa ci ha insegnato l’ultimo sisma e cosa dobbiamo mettere in campo per la grande opera di ricostruzione”.
Sul modello di ricostruzione, Marini ha sottolineato come “il centro storico di Norcia, compatto e come lo hanno voluto ricostruire dopo i devastanti terremoti dei secoli passati, ha reagito meglio e retto di più rispetto al patrimonio urbanistico diffuso e più recente”. “Anche il nostro straordinario patrimonio di beni culturali – ha affermato Marini – è stato gravemente danneggiato, e in alcuni casi perso per sempre”. Anche per questo, per Marini, è necessario passare dalla cultura della conservazione a quella del consolidamento, che consenta di consegnare questa ricchezza storica e culturale, essenza della nostra identità, alle generazioni future”
Foto: ©Mauro Berti
© Riproduzione riservata

