Si Stima che nel nostro Paese ci siano 4.360.000 persone con disabilità, ma sono scarsi i servizi a loro dedicati e troppo poche le risorse messe a disposizione, sia a livello locale che nazionale. In questo scenario – si legge in una nota del Serafico di Assisi in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità 2019, le famiglie vengono spesso abbandonate a se stesse e sono purtroppo costrette a fare i conti con istanze inascoltate, costi sempre più elevati delle cure e liste d’attesa molto lunghe.
Infatti, secondo le ultime stime, sono oltre 4 milioni gli italiani che rinunciano a visite o accertamenti specialistici per motivi economici e, in particolare, il 5,2% delle famiglie italiane dichiara di disporre di scarse o insufficienti risorse economiche per fronteggiarle, a fronte dell’1,9% delle famiglie che invece dichiara di disporre di risorse adeguate. Un chiaro segnale di vulnerabilità nell’accesso alle cure, che riguarda in particolar modo i cittadini meno abbienti. In occasione della Giornata Internazionale delle persone con Disabilità 2019, dedicata quest’anno al tema del “durante e dopo di noi”, Francesca Di Maolo, Presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, lancia un appello a tutte le Istituzioni affinché trovino al più presto soluzioni concrete alla disuguaglianza nella salute e diano maggiore sostegno alle famiglie delle persone più fragili.
“Mi commuovo ogni volta che osservo i volti sorridenti dei nostri bambini e ragazzi. La loro forza risiede proprio in quei sorrisi, che non mancano mai, nonostante la difficoltà, il limite e il dolore. Ma la gioia per aver aperto le porte alla vita di tanti bambini e ragazzi stride fortemente al pensiero di quanti, quella porta, la trovano purtroppo chiusa. Ho sempre negli occhi le lacrime dei genitori che incontriamo nel nostro cammino e che ci raccontano storie di abbandono e di difficoltà. Madri e padri che considero veri eroi, perché combattono quotidianamente delle battaglie contro l’esclusione, la povertà e l’assenza di risposte. Famiglie costrette a vivere la solitudine generata dalla logica del profitto, che ha dato vita a quella cultura dello scarto che respinge i più deboli. I valori su cui il Serafico si fonda, ci fanno credere fortemente che la disuguaglianza nella salute sia la forma di discriminazione più disumana e in questa Giornata così importante vogliamo ricordare a tutte le Istituzioni del nostro Paese che è necessario superare le disuguaglianze proprio per consentire la libertà di vivere ‘durante e dopo di noi’, perché una società più giusta e inclusiva può essere costruita solo a partire dai più fragili”
Le costanti restrizioni finanziarie imposte alla sanità pubblica per far fronte alla grave crisi economica del Paese hanno indebolito il sistema di offerta di servizi e prestazioni sanitarie, aggravato le difficoltà di accesso alle cure e ampliato le disuguaglianze. Nel periodo 2015-2018, infatti, l’attuazione degli obiettivi di finanza pubblica ha determinato una riduzione del finanziamento del SSN di € 12,11 miliardi. Inoltre, secondo l’ultimo rapporto Ocse[4], in Italia si spendono 3.391 dollari pro-capite per la sanità (che ci collocano in prima posizione tra i paesi più poveri dell’Europa insieme a Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Grecia, Slovacchia, Ungheria, Estonia, Polonia e Lettonia), inferiori ai 3.978 dollari della media Ue e molto più bassi dei 4.713 del Lussemburgo o dei 4.160 della Germania.
“I dati che ci restituiscono la reale dimensione quantitativa delle disuguaglianze nella salute sono sconcertanti. Ma – dice ancora Di Maolo in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità 2019 – la disuguaglianza nella salute è un’ingiustizia che ha a che fare innanzitutto con la vita, un bene che non dovrebbe mai essere sottoposto ad analisi quantitative. Purtroppo nell’epoca della crisi economica si guarda all’accesso ai servizi socio-sanitari come “investimenti” da valutare in base agli esiti di salute che possono generare. Il ritorno di questi particolari investimenti non viene mai valutato sulla base del loro impatto sociale: il sollievo alle famiglie, la felicità della persona fragile, i posti di lavoro che si generano in un sistema che sceglie di prendersi cura delle persone più deboli, ma in termini di speranza di vita e possibilità di guarigione. Questa logica ha fatto sì che i sistemi socio-sanitari vengano valutati nei termini dell’efficacia, dell’efficienza e della qualità, ma occorrerebbe anche inserire altri parametri quali la giustizia e l’equità. La vocazione del curare e la cultura del produrre non hanno la stessa natura perché attingono a dimensioni diverse del fare e dell’essere. È chiaro, quindi, che il concetto di produttività ha ben poco da spartire con quello della fraternità, dell’accoglienza e della giustizia”.
La solitudine in cui sono lasciate le famiglie è frutto della logica del profitto, che ha dato vita a quella cultura dello scarto che respinge i più deboli. Ma il coinvolgimento della famiglia è una componente estremamente importante dell’intero percorso riabilitativo di una persona con disabilità. Per questo fornire ai genitori sostegno costante e tutti gli strumenti necessari per affrontare al meglio le sfide quotidiane è un dovere della società.
“Abbiamo lasciato – denuncia Di Maolo – che la cultura dello scarto mietesse nuove vittime: anziani, disabili gravi, malati cronici. La stessa crescita del fondo sanitario nazionale è strettamente collegata al PIL, ma lo sviluppo di un popolo e di un territorio non possono prescindere dalla libertà sostanziale delle persone e dalla loro reale possibilità di partecipare alla vita. Il problema dello “scarto” verso le persone disabili, non può essere risolto attraverso politiche assistenziali e redistributive di ciò che si può spendere, ma necessita una comprensione delle richieste morali e politiche che provengono dalla disabilità alle quali si può rispondere solo grazie ad un deciso contributo della società e con interventi creativi e generativi. Insieme a milioni di disabili nel mondo, insieme a tanti esclusi, nutriamo un sogno: che ciascuno possa tornare libero di vivere la propria vita in un mondo in cui l’uguaglianza sostanziale possa essere una realtà. La vita e la salute non possono essere solo un privilegio di alcuni”, conclude la Presidente del Serafico in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità 2019.
© Riproduzione riservata

