Santa Maria degli Angeli ricorda oggi Giovanni Becchetti, giovane angelano ucciso dalle squadre di azione fascista, al quale nel periodo immediatamente successivo alla Liberazione di Assisi (17 giugno 1944) la Città di Assisi dedicò la via centrale di Santa Maria degli Angeli; da uno dei membri della famiglia (Maria Barbara Becchetti, che ringrazia il Bar Retrò per aver permesso di attaccare un foglio commemorativo) riceviamo e pubblichiamo il testo integrale dell’intervento.
“Nella zona centrale di Santa Maria degli Angeli c’è una via principale intitolata a Giovanni Becchetti.
Giovanni Becchetti nacque l’11 marzo del 1886 da una famiglia di facocchi – costruttori di carri agricoli. Il giorno dell’ottavario di Pasqua del 1921, il 29 aprile, come ogni anno, arrivavano le processioni da Bastia, Costano e da altre frazioni montane dell’assisano. Queste venivano accolte da una banda che le accompagnava una alla volta in Chiesa.
Arrivò un mezzo con un gruppo di fascisti i quali, con la forza, imposero alla banda di suonare il loro inno. I suonatori si rifiutarono e furono picchiati dai fascisti stessi ed obbligati ad eseguire l’ordine. Immediatamente, si sparse la voce dell’accaduto e i giovani che erano in piazza per l’occasione, diedero manforte alla banda e, rovesciando la situazione, picchiarono i fascisti. Costoro, in forza del momento storico, ritennero di aver diritto alla vendetta: il 19 giugno del 1921, un gruppo guidato da Pietro Graziani, Segretario del Fascio locale, insieme a dei rinforzi arrivati da Foligno, attaccarono violentemente i giovani che avevano difeso la banda.
A pochi metri dalla Basilica, stava passeggiando Giovanni Becchetti con un suo amico. Quest’ultimo, portava all’occhiello un garofano rosso. A quell’epoca si usava indossare questo fiore: bianco, che indicava l’appartenenza al Partito Popolare, rosso per motivare l’adesione al Partito Socialista.
I fascisti, già infervorati dalla situazione, imposero a questo ragazzo di rimuovere questo “simbolo”. Giovanni Becchetti fece loro osservare che ognuno aveva il diritto di fregiarsi il petto con il fiore che ritiene più opportuno. A quel punto gli Arditi si avventarono sul giovane, il quale cercò scampo in una bottega, ma fu raggiunto da un fascista che lo colpì selvaggiamente col manganello. Intanto sopraggiunsero gli altri, uno dei quali scaricò la rivoltella sul disgraziato che, colpito in pieno, rotolò sul pavimento del negozio e, pochi istanti dopo, esalò l’ultimo respiro.
Morì così Giovanni Becchetti. Tutti si barricarono in casa, le botteghe chiusero, e il giovane rimase da solo a terra. Poco dopo, sopraggiunse la madre, donna minuta e piccola di statura che si caricò il figlio alto e possente sulle spalle e lo riportò a casa. La sera stessa, il Sindaco di Assisi, Ernesto Mestrallet, andò a fare visita alla famiglia Becchetti scusandosi per l’accaduto. Nei registri parrocchiali, in latino, viene riportato: “Giovanni Becchetti fu ucciso senza colpa alcuna da una setta detta fascista. Il suo cadavere, in segreto, venne portato al cimitero dove fu sepolto”. Ci fu una lunga causa. Pietro Graziani, fu condannato a 50 giorni di reclusione per porto abusivo di rivoltella e omessa denuncia dell’arma.
Il fatto ebbe risonanza a livello nazionale, tanto che, già il mese successivo, il deputato Sbaraglini e di seguito i deputati Rocco e Cingolani, presentarono delle interrogazioni riguardo lo strapotere fascista e l’incapacità di tutelare i cittadini. Venne così riportato nell’interrogazione di Sbaraglini del 23 luglio 1921: ‘Il sottoscritto chiede d’interrogare il ministro dell’interno, circa i fatti svoltisi la sera del 19 giugno 1921 in Santa Maria Degli Angeli (Assisi), e quali provvedimenti si siano adottati a garantire la libertà e l’integrità dei cittadini di fronte ad un’autorità di pubblica sicurezza che incoraggia col suo contegno la perpetuazione di tali delitti. Poco dopo la liberazione, il 18 agosto del 1944, la via principale di Santa Maria degli Angeli, ex via Bastia, su iniziativa del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) e dell’intera amministrazione comunale, venne intitolata a Giovanni Becchetti”.
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