Dopo le dimissioni di Eugenio Guarducci, riceviamo e pubblichiamo da Lucio Pallaracci, uno dei fondatori del gruppo Sei di Assisi se…
“Dopo la prova generale di questa estate, sono giunte ieri le dimissioni dell’ Arch. Guarducci da Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Assisi. Il compito assegnatogli appariva difficile e carico di incognite, ma aveva suscitato anche molte speranze : una era quella di ribaltare una situazione ed un andamento turistico in difficoltà (poi reso drammatico dalla vicinanza del terremoto nell’appennino umbro/laziale/marchigiano) e invertire una tendenza che aveva portato negli ultimi venti anni la promozione pubblicitaria della Città ad essere uguale a zero cosi come la creazione di manifestazioni di un certo rilievo e continuative negli anni”.
“L’imprenditore – scrive Lucio Pallaracci – ha cercato di fare il suo compito dedicando il tempo che aveva a disposizione ( non molto dato i suoi tanti impegni) , immettendo dei metodi organizzativi nuovi , moderni e inusuali nell’ambito pubblico , creando eventi che però hanno avuto tra le loro principali caratteristiche un notevole impiego di denaro ( probabilmente anche perchè erano preparati in pochi mesi e la strada più rapida , si sa, è sempre la più dispendiosa ) e dei riscontri economici in Città non bene quantificabili. I doveri di un Amministratore però sono molto complessi a vanno oltre questa singola competenza: deve essere sempre presente per quanto possibile, seguire le molteplici necessità della Città e mantenere un profilo equilibrato nelle tante situazioni delicate che si vengono di norma a creare. Probabilmente l’Arch.Guarducci poteva essere utilizzato ‘alla bisogna’ in un ruolo a lui più congeniale, ovvero come creatore di avvenimenti ‘dall’ esterno’, consegnandogli un budget predefinito (come succede a Todi)”.
“Lo stesso discorso – secondo Lucio Pallaracci – vale per l’Arch. Rota che ,dopo l’incarico ad Assessore alla “Forma e Rigenerazione sostenibile della Città, del Sistema Ecoculturale e del Paesaggio” (una qualifica incomprensibile ) e qualche breve apparizione con il rilascio di dichiarazioni del genere “Assisi non ha bisogno di un Palazzetto dello Sport” – affermazione per fortuna smentita nelle intenzioni della Giunta – appare al momento “dismesso” e sospeso su una “dimissione” . Difficile credere che all’interno del territorio assisano non si possano trovare persone e figure professionali dai nomi meno altisonanti ma che possano svolgere questi ruoli in maniera più concreta , continuativa e vicina alle reali necessità di Assisi . Forse si può pensare a ripartire dal basso e con più umiltà , curando le tante piccole cose che non funzionano , i servizi ai cittadini ed ai turisti , i beni storici e culturali che possediamo e che possono garantire un riutilizzo per lungo tempo . E impegnandosi seriamente nella promozione del nostro territorio attraverso i canali tecnologici moderni e direttamente nei paesi a cui siamo interessati – conclude Pallaracci – tenendo bene a mente come la “famosissima Assisi” è piazzata negli ultimissimi posti della classifica delle prime 50 città italiane come presenze turistiche e rendendoci conto che il suo nome in realtà non è poi cosi conosciuto all’estero, specialmente fuori dagli ambienti cattolici”.
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