“Facciamo del Parco del Monte Subasio un Vero Parco”: è questo l’appello che arriva da Lucio Pallaracci, uno dei creatori e coordinatori del gruppo Sei di Assisi se… “Purtroppo in Italia – scrive – accade spesso che si recuperino strutture o si facciano giuste scelte conservative senza poi finalizzarle ad un utilizzo concreto: è questo il caso che riguarda il nostro Monte Subasio. Leggiamo, purtroppo quasi quotidianamente, di storie che raccontano di auto e moto e biciclette intente a fare gimcane sui prati, di pic nic con abbandono dei rifiuti in terra , di animali da allevamento che scorrazzano liberi ovunque, essendo le recinzioni inesistenti”. Pallaracci ricorda come nell’estate scorsa una ‘onda mediatica’ aveva portato il Monte Subasio alla ribalta, “a seguito di un evento musicale con una collocazione giudicata inappropriata da molti: parlarono ambientalisti, veterinari, botanici, etologi, biologi, tutti a ribadire la sacralità e l’inviolabilità di questo splendido territorio. Poi naturalmente , come era prevedibile , tutto si è rapidamente sgonfiato: il Monte è tornato non più sacro e inviolabile… tranne che per alcuni Gruppi Social, alcune Associazioni ed alcune Persone singole che hanno continuato ad interessarsi della situazione che a dire il vero sembra stia a cuore anche all’amministrazione comunale”.
“Cosa manca oggi al Monte Subasio per essere un vero Parco?”, si chiede Pallaracci? “Prima di tutto – la risposta – una sede operativa dell’Ente Parco (o chi per lui) sulla sua sommità , magari utilizzando il rifugio che già si trova in località Stazzi: un centro operativo turistico e escursionistico con punto ristoro, bagni, acqua potabile con accanto luoghi attrezzati ad hoc per picnic, che svolga anche un ruolo di presidio e osservatorio sul territorio. Si possono ripristinare le recinzioni per impedire l’accesso nei prati ai veicoli e gli animali da allevamento vanno riconfinati in zone ben precise, come accadeva anni fa. In questo luogo si possono gestire visite guidate ed escursionistiche, momenti dedicati alla storia della montagna, alla sua flora, alla fauna e magari eventi e momenti di gioco per adulti e bambini”.
“In certi periodi dell’anno di maggiore affluenza – sostiene Pallaracci – si può ipotizzare anche un modico biglietto di ingresso a chi sale in auto (sul monte d’altronde troverà acqua potabile, bagni, luoghi attrezzati e magari anche un piccolo presidio medico). Un ruolo importante possono svolgerlo i volontari per la gestione e la manutenzione del luogo, che pure non mancherebbero (vedi gestione Bosco di San Francesco del FAI). Anche il ripristino e la riapertura di strutture come la splendida Abbazia di San Benedetto – di proprietà ecclesiastica (come dire, ognuno faccia la sua parte) – possono dare un contributo fondamentale alla rivalorizzazione di tutta l’area. Infine non bisogna farsi scrupolo , specialmente in inverno e in certi periodi durante la notte, di chiudere completamente l’ accesso ai veicoli come accadeva una volta (lasciando naturalmente la possibilità di accedere a piedi ) per dare a questo luogo la possibilità di vivere almeno per un certo tempo con i suoi ritmi. Il Monte Subasio – conclude la nota – è un luogo prezioso con anche una ottima possibilità di impiego lavorativo : possiamo dargli l’importanza che si merita”.
Le foto del concerto ArcHertz Assisi The Green Room Edition al Mortaro Grande del luglio 2017
Foto © Mauro Berti e R.E.
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