Sabato scorso 16 marzo alle ore 21 in Assisi, Chiesa di San Pietro, gremita di turisti e ospiti + 2 assisani, si è tenuto un eccezionale concerto di canto gregoriano: Una Voce Canentes in occasione della presentazione del Graduale Triplex, storia-ruolo-impatto a 40 anni dalla sua pubblicizzazione.
“Forse è utile rendere questa eccezionalità più comprensibile con un esempio – scrive Rinaldi a proposito di Una Voce Canentes – quale il rifarsi ad un documento in scrittura antica semisconosciuta che riporta accanto lo stesso testo in altre scritture ormai decifrate. Tale accostamento e confronto linguistico permette l’esatta interpretazione e lettura del testo antico”. Infatti cosi è il Graduale Triplex (=tre scritture), libro liturgico del repertorio gregoriano in notazione quadrata sul tetagramma e con l’aggiunta al di sopra la notazione in scrittura metense (Francia settentrionale) e al di sotto la notazione sangallese (San Gallo, Svizzera). Il confronto delle tre scritture ha fatto sì che fosse finalmente possibile decifrare ogni singola scrittura oggettivamente e non come riferimento unico e attendibile di scrittura gregoriana diversa dalle altre due”.
“Dunque dopo 40 anni dalla pubblicazione e ristampa di tale prezioso documento, operato dall’Abbazia di Solesmes e su mandato della Chiesa di Roma adattandola alle norme della liturgia postconciliare, sabato scorso, appunto evento quanto mai raro ed eccezionale, sei Cori si sono alternati nel repertorio in programma, voci femminili o maschili o miste, ed elevato l’attento pubblico nell’ascolto di un canto perfetto pur arduo per una tecnica vocale che esige unisono delle voci e “spersonalizzazione” del singolo cantore nella finalità spirituale di unire voce-corpo-animo: Ut Unum Sint. Grazie sentite commosse per Una Voce Canentes vanno ai valenti Maestri direttori Alessandro Riganti, Franco Radicchia, Maurizio Verde, Matteo Ferraldeschi, Fulvio Rampi nonché agli ammirabili coristi”.
Fin qui il resoconto di Una Voce Canentes”, dice Umberto Rinaldi. “Ma il nostro lettore, distratto o distaccato, comprensibilmente, per accostarsi al canto gregoriano con le… parole, avrebbe anche il diritto di sbuffare o sbadigliare. Meglio tuffarsi nelle acque di altro repertorio cedendo all’ascolto di strada, quello facile ed orecchiabile che esce dai negozi turistici, piuttosto che abbeverarsi alla pura sorgente dalla quale ha avuto origine il tutto-proprio tutto- fino ai giorni nostri. E se tale ‘provocazione’ non fosse sufficiente nemmeno per rifletterci un po’… perché come avverte il poeta ‘la gola e il sonno e l’otìose piume hanno del mondo ogni virtù sbandita’, allora sarà bene informare quel lettore del quanto terapeutico possa essere aprire le orecchie al canto gregoriano, che non è canto archeologico bensì attuale e senza tempo: il canto gregoriano è preghiera comunitaria che eleva=solleva=assolve=purifica=concilia e pacifica l’animo fino a sollevarlo da terra… Estasi. Scientificamente dimostrato, il suo ascolto dovrebbe essere prescritto quale cura medica contro lo stress!”
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