È polemica sui concerti al Mortaro Grande organizzati nell’ambito di UniversoAssisi. Dopo l’appello di Giuseppe Bambini e Prospero Calzolari, è l’associazione A Sinistra a mandare una dura nota.
“L’amministrazione comunale di Assisi ha provato a colmare il totale vuoto di iniziative culturali laiche con Universo (in principio “Souvenir”) Assisi 2017. Apprezzabile la volontà, in un momento molto pesante di crisi del turismo, ma – senza entrare nel merito delle iniziative proposte – non altrettanto alcune scelte.In primo luogo l’impegno economico, che ci sembra eccessivo – almeno 300.000 euro, di cui 200.000 dal proprio bilancio – pensando soprattutto al taglio che è stato fatto dei contributi (di piccola entità) a moltissime associazioni culturali e sociali locali, che svolgono attività durante tutto l’anno, mentre il festival dura solo 4 giorni (dal 20 al 23 luglio)”.
“Poi – continua ancora la nota di A Sinistra sui concerti al Mortaro Grande – il lancio pubblicitario: l’evento non ha a disposizione un tempo sufficiente per poter fare una comunicazione efficace in grado di richiamare presenze consistenti da fuori, ha tempi così stretti che è difficile pensare possa raggiungere l’obiettivo di convogliare un pubblico esterno alla città o agli immediati dintorni. Il programma non presenta una tematica organica, manca di un filo conduttore che lo renda diverso da un’anonima iniziativa con qualche nome altisonante e che lo possa caratterizzare per farne un punto di richiamo negli anni futuri. Inoltre la presenza nel festival di soggetti culturali locali è esigua e questo contrasta con la nostra idea di cultura, che non è solo quella da importare e consumare (che spesso non mette radici), ma soprattutto quella che si produce e si esporta (considerando che ad Assisi sono in tanti a praticarla anche a ottimi livelli). Infine, la manifestazione è tutta centrata su Assisi centro storico, senza alcuna iniziativa nelle 21 frazioni, che avrebbero tutti i diritti per ospitarne qualcuna”.
“Detto ciò – dice ancora A Sinistra – saranno i fatti e le presenze a decretare il successo o l’insuccesso dell’iniziativa in un’ottica di rapporto costi/benefici: se, come si sa, ogni euro investito in cultura ne produce 3, vedremo se ad Assisi torneranno 900.000 euro. La cosa che però non possiamo accettare sono i concerti al Mortaro Grande, dolina del monte Subasio (che ricordiamo è Parco Regionale dal 1995), indipendentemente dal valore dei concerti e degli artisti che si esibiranno, che non mettiamo in discussione. Secondo noi – scrive A sINISTRA – vanno fatti in altri luoghi che in città non mancano. Per motivi ambientalistici, di costi di organizzazione e di sicurezza. L’idea dettata dal marketing è chiara: la bellezza e l’originalità del luogo che attira e incuriosisce. Ma i risvolti negativi hanno dei costi di molto superiori”.
“Il monte Subasio, e il Mortaro con esso, ha assunto carattere di sacralità e misticismo per le popolazioni umbre sin dal X secolo ed era chiamato nel medioevo “Mons Communis” cioè monte del comune di Assisi. Questo fa capire come da sempre esso sia stato considerato un bene comune della città.
I concerti previsti sono in antitesi con questa storia e rappresentano un’idea mercantile dell’uso dell’ambiente, che invece va rispettato. Danni al terreno e condizionamento di flora e fauna per alcune ore di concerto ci sembra un prezzo che non valga la pena di pagare. Sorgono inoltre spontanee alcune domande: sono stati chiesti i 3 permessi che sono necessari per svolgere una qualsiasi iniziativa sul Subasio? Dato che il Parco ha un preciso orario di chiusura (ore 20) – si chiede ancora A Sinistra a proposito dei concerti al Mortaro Grande – si è certi di poterlo rispettare (oppure si ritiene non sia importante)? Si è tenuto conto delle misure di sicurezza e di eventuali vie di fuga (per sentieri e fra i prati è difficile immaginarle…)? Vista la notevole siccità, si è pensato che anche un solo mozzicone di sigaretta potrebbe provocare un incendio? Occorreranno bagni chimici, ambulanza, pedane, strumentazione, generatori, eccetera: si è valutato che, per tutta questa imponente organizzazione e per la messa in luogo della strumentazione dei musicisti, la montagna vedrà il passaggio di un numero ben maggiore delle 200 persone previste per i concerti, con un danno ingente al suolo, all’humus delicato della dolina e dei suoi dintorni? Assisi ha altri luoghi dove poter fare concerti: li si faccia lì! Un festival culturale non può non partire dal rispetto di storia e ambiente”.
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