La Lega Umbria e la Lega Assisi contro la Legge sulle discriminazioni sessuali approvata tempo fa dal consiglio regionale. Nel mirino il protocollo applicativo della Legge Regionale che la Giunta Marini ha recentemente inviato ad importanti realtà territoriali e regionali chiedendone la sottoscrizione ma che si discosta molto da quanto varato dal consiglio regionale nell’Aprile 2017. In particolare, secondo quanto denunciato dalla Lega, “si vuole fare in modo che alcune associazioni come Omphalos o Arci Gay vadano direttamente a fare educazione sessuale agli studenti. La Legge approvata in consiglio regionale lo escluse (il riferimento è all’art 3della L.R. 3 del 2017 dove si cita solo il personale docente e i genitori ma non i bambini), mentre nel protocollo si scavalca, si stralcia, si mette sotto i piedi quanto definito dalla massima assise regionale e si prevede un rapporto diretto tra certe associazioni e gli studenti, ledendo anche l’art 30 della Costituzione per cui la responsabilità educativa dei figli è posta in capo ai genitori”.
Anche per questo Stefano Pastorelli, responsabile della Lega Assisi, di concerto con l’onorevole Virginio Caparvi, parlando di “organizzazioni gay arruolate per andare nelle scuole umbre a fare educazione sessuale ai bambini” e di “interventi delle lobbies gay sui minori”, lancia un “appello ai Sindaci del Comprensorio Zona Sociale 3, Assisi-Bastia Umbra-Bettona-Cannara e Valfabbrica affinché non sottoscrivano tale Protocollo della legge sulle discriminazioni sessuali. “Col protocollo si vorrebbe violare di nascosto la legge, rimettendo in cattedra gli omosessualisti. La Lega Umbria, come già detto, ha lottato, e vinto, per togliere dalla legge regionale 3/2017 in materia di discriminazioni sessuali, l’insegnamento dell’educazione sessuale a scuola, con tanto di finanziamento per le associazioni amiche del PD. Sono inoltre curioso – conclude Pastorelli – di vedere come si comporterà il Sindaco e l’amministrazione Comunale di Assisi (a guida PD)su questa vicenda. Daremo battaglia – concludono Pastorelli e Caparvi – fino alla fine.
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