“Sorpresa” nel rendiconto di gestione 2020, con la cancellazione di un milione e mezzo di euro che il Comune di Assisi avrebbe dovuto riscuotere ma che ora sono diventati inesigibili. Lo segnala il consigliere Giorgio Bartolini. ‘Bacchettato’ però dal collega in quota maggioranza Giuseppe Cardinali.
“Sono ormai anni che in occasione della discussione in consiglio comunale del rendiconto della gestione del Comune di Assisi la minoranza consiliare fa presente che l’amministrazione non riesce a riscuotere una parte consistente dei crediti IMU, Tari e quanto altro e che le anticipazioni di cassa richieste al tesoriere (banca) denotano un irrigidimento del bilancio. E poiché le spese non diminuiscono il non riscuotere porta a far pagare tasse più alte a quelli che già le pagano. È risaputo che per ragioni burocratiche le amministrazioni riscuotono a distanza di anni alcuni crediti, ma un conto è riscuotere tardivamente e un conto è perdere i soldi”, segnala Bartolini.
“Ora però è la stessa Corte dei Conti che, da controlli effettuati, pur premettendo che le irregolarità riscontrate non pregiudicano gli equilibri di bilancio dell’ente ma che in prospettiva possono comportare l’insorgenza di situazioni idonee a pregiudicarne la sana gestione, che ‘bacchetta’ l’amministrazione di Assisi con una decisione depositata il 23 dicembre 2020. I magistrati infatti – segnala Bartolini – a pagina 5 scrivono che “il decremento dell’ammontare della disponibilità di cassa nel corso degli esercizi sino al 2019, e il forte aumento dell’importo dell’anticipazioni richieste in tesoreria complessivamente utilizzate nell’esercizio 2019, appaiono conseguenza della non ottimale capacità di riscossione dell’entrate proprie dell’Ente”.
“Quello che ha sempre fatto presente l’opposizione – la nota di Bartolini inviata dopo il consiglio comunale di ieri in cui si è appunto parlato del rendiconto di gestione 2020 – rimasta però inascoltata. Gli stessi Magistrati fanno presente che ‘generalmente il ricorso all’anticipazione di tesoreria è l’effetto delle difficoltà d’incasso, ma può attribuirsi anche alla presenza in bilancio di residui attivi insussistenti’, cioè crediti infondati o di dubbia esigibilità. Tradotto vuol dire che se non si riscuotono i crediti più vecchi gli stessi possono considerarsi carta straccia, e sollecita il comune a eliminarli. È quello che il Comune diligentemente ha fatto subito, e ha cancellato crediti divenuti ormai inesigibili per euro 1.568.764 relativi a poste tributarie iscritte a ruolo, mai riscosse e quindi soldi persi. Ogni commento appare superfluo!”.
Per Giuseppe Cardinali, capogruppo di Assisi Domani e presidente della Commissione Bilancio però, “Si tratta di crediti eliminati nel rispetto delle procedure di legge e delle comunicazioni di rito dell’Agenzia Entrate Riscossioni sui ruoli non più esigibili. I rilievi della Corte dei Conti, che ringraziamo per le ‘segnalazioni’, ci hanno dato modo di evidenziare che stavamo già facendo quanto suggerito nell’ambito della formazione e approvazione del bilancio consuntivo 2020 (avvenuta appunto nel CC del 29 aprile). Nello specifico – secondo Cardinali – si tratta di vecchissime Ici, e di vecchie Imu, Tasi e Tari, che partono addirittura dal 2000, considerate come insussistenze attive che, per definizione e in applicazione dei regolamenti contabili sono andate a rappresentare un costo nel bilancio appena approvato”.
Per quanto riguarda l’anticipo di tesoreria, secondo Cardinali esso “non è un rischio perché si tratta di un anticipo necessario come “atto dovuto” dopo che c’è stata una sospensione delle tasse e imposte comunali causa Covid, mentre il Comune, per scelta e buon senso, ha logicamente continuato a pagare i suoi fornitori entro 30 giorni dall’emissione della fattura. Il conteggio della cancellazione di crediti inesigibili – conclude Cardinali – è avvenuto peraltro su cifre comunicate da Agenzia Entrate Riscossioni, mediante interrogazione dell’apposita piattaforma telematica dalla quale l’Ente ha verificato l’avvenuta eliminazione di circa 424mila euro di Tosap/Tarsu/Tari, circa 411mila euro di vecchissima ICI sulla scia di procedure nazionali di stralcio dei debiti fiscali quali, ad esempio, la rottamazione delle cartelle esattoriali inferiori ai mille euro. A questo si sono aggiunti circa 734mila euro che il Fisco nazionale ha automaticamente trattenuto (per legge in sede di F24) dall’IMU riscossa nel 2020. Insomma – conclude Cardinali – in alcuni casi il Comune ‘subisce’ per così dire leggi nazionali, come ben dovrebbe sapere anche Bartolini”.
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