Un piano pastorale che nasce dal basso, elaborato secondo gli orientamenti sviluppati dai consigli pastorali e dai gruppi di lavoro dell’assemblea interdiocesana dal titolo “Qualsiasi cosa vi dirà, fatela” che si è svolta venerdì 7 e sabato 8 giugno nella chiesa di San Paolo apostolo a Foligno. È questa la novità della programmazione pastorale delle due diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno guidate in persona episcopi da monsignor Domenico Sorrentino.
“Il programma pastorale – ha spiegato il vescovo – non sarà come gli altri anni, ma sarà a cura dei Consigli pastorali con la mia introduzione. Quindi ne avete di responsabilità! Per favore assumetevela tutta davanti allo Spirito di Dio, davanti a Gesù. Dobbiamo ripartire con l’entusiasmo della Pentecoste. Ecco quello che mi aspetto da voi”. “In questo momento storico di grande difficoltà – ha aggiunto monsignor Sorrentino nel corso dell’assemblea interdiocesana -, quello che manca è la terapia, la capacità di passare da una crisi globale ed ecclesiale a una grande grazia. E questa crisi noi la dobbiamo sgusciare. La parola crisi è il processo che ha luci e ombre. In questa assemblea puntiamo alla luce”. Parlando dei programmi pastorali degli anni precedenti monsignor Sorrentino ha ricordato che le due chiese sorelle hanno trovato una viva intersezione pastorale. “È stato facile trovare il punto di incontro e da quel punto camminiamo, dallo scorso anno, sulla stessa linea, sullo stesso rettilineo. Il rettilineo e la meta ci sono già, dobbiamo soltanto camminare insieme”.
Il contenuto del programma comune è stato sintetizzato dal vescovo che si è soffermato sul cosiddetto “triangolo della crisi”: crisi del pensiero, delle relazioni e della solidarietà, da lui più volte illustrato nel corso degli anni. “Dentro questo triangolo – ha sottolineato – c’è una grande speranza”. Soffermandosi sul progetto Casa felice e sul rinnovamento parrocchiale attraverso le Comunità Maria Famiglie del Vangelo, come percorso che dalle case arriva alle parrocchie e fa diventare la parrocchia una famiglia di famiglie il vescovo ha spiegato che si tratta di “tanti gruppi uniti, vivi come gli organi di uno stesso corpo. Gruppi caratterizzati da un’intensità familiare vissuta intorno al Vangelo, che si fanno: annuncio, catechesi, animazione liturgica, presenza di carità, presenza nel sociale, che fanno carità politica”.
È stato don Giovanni Zampa, vicario episcopale per la Pastorale della diocesi di Foligno a introdurre il tema “Comunione, partecipazione e missione per una ‘Casa Felice’. Modalità della corresponsabilità nella Chiesa” spiegandolo attraverso l’icona biblica “la Casa di Cana”. “Abbiamo scelto questa pagina – ha detto – perché si parla di una casa che sta celebrando un momento di festa, una casa felice che rischia di diventare triste perché viene a mancare il vino. Abbiamo scelto questa pagina perché si parla di casa, di felicità, di servizio, di carità, di attenzione, di fede; perché parla del Vangelo come inizio di tutti i segni; perché c’è un dialogo che esprime la relazione; perché tutti sono corresponsabili di questo segno, di questo miracolo, della buona riuscita delle nozze. Tutti sono protagonisti di questa casa, di un passaggio. L’esito di questa casa felice dipende anche da me. Qualsiasi cosa ci dice il piano pastorale non lo dobbiamo mettere in discussione. Non ci è chiesto di metterlo in discussione ci è chiesto di farlo”.
Prima dei lavori di gruppo sulla proposta elaborata dai consigli pastorali diocesani, don Paolo Asolan, preside del Pontificio istituto pastorale Redemptor Hominis della pontificia Università Lateranense e professore di Teologia pastorale fondamentale è intervenuto sulle “Modalità della corresponsabilità nella Chiesa. Come partecipare alla promozione evangelica di una ‘Casa Felice’”.
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