(Flavia Pagliochini) “Caro fratello, grazie tante per la tua e-mail… Ti invio un caloroso saluto a te e ai Frati riuniti e ai fedeli e Amministratori della Valle d’Aosta riuniti ad Assisi. Prego per voi, per favore fallo per me. Che il Signore ti benedica e la Madonna ti custodisca. Fraternamente, Francesco”. Il messaggio è letto dal custode, fra Marco Moroni, ma il mittente è, nel giorno del suo onomastico e di quello del Patrono d’Italia di cui ha preso il nome, Papa Francesco, che omaggia così, con un biglietto autografo, i pellegrini della Valle d’Aosta. È questa la ‘sorpresa’ della Festa di San Francesco 2023 che vede protagonista la Valle d’Aosta, nel decennale della grande celebrazione del 2013 che vive arrivare ad Assisi proprio il Papa.
“A papa Francesco, pellegrino per la prima volta ad Assisi esattamente dieci anni fa, rivolgiamo anche il nostro saluto e riaffermiamo la nostra vicinanza e il nostro affetto, in profonda comunione di preghiera”, le parole di fra Marco nel saluto per la Festa di San Francesco Patrono d’Italia. “Da quel 4 ottobre 2013, primo viaggio ad Assisi, il mondo ha cambiato volto. Stiamo attraversando un cambiamento d’epoca a livello sociale, economico, politico ed ecclesiale: vediamo segnali di novità positivi, ma anche il permanere e forse l’accrescersi di tante problematiche, in primo luogo l’incapacità di porre fine ai conflitti e all’uso della violenza e delle armi, il riaffermarsi di una mentalità che privilegia l’interesse egoistico a livello individuale sociale e internazionale, un cambiamento antropologico che evidenzia uno smarrimento dei valori della famiglia e della sacralità della persona dal ventre della madre al termine naturale dei suoi giorni. San Francesco, del quale stiamo celebrando i centenari più significativi e del quale ricorderemo gli ottocento anni della morte nel 2026, interceda perché in questo cambiamento d’epoca sappiamo accogliere dal Signore il dono di una vita buona e bella, di una capacità di amicizia e di condivisione, di un grande amore per l’umanità”. Prima dei saluti del custode il corteo con i bambini delle scuole, l’Ente Calendimaggio e la Magnifica Parte de Sotto e la Nobilissima Parte de Sopra, e tutti i gonfaloni umbri e aostani. (Continua dopo il video – link diretto)
Dopo il transito svoltosi ieri, nella messa della mattina i francescani hanno ricordato le vittime della tragedia di Mestre, dove martedì 3 ottobre, secondo le prime informazioni, un autobus è caduto dalla rampa di un cavalcavia da un’altezza di una decina di metri e poi ha preso fuoco: il prefetto di Venezia ha detto che ci sono almeno venti morti, almeno 12 feriti e alcuni dispersi. L’autobus era diretto a Marghera: sembra che sia fuoriuscito dalla carreggiata in corsa, precipitando dal cavalcavia e finendo a terra su una strada vicino ai binari della linea ferroviaria che collega Mestre a Venezia, dove poi avrebbe preso fuoco. “vorrei ricordare le vittime della tragedia di mestre accaduta ieri sera”, le parole ‘a braccio’ del Custode.
La Valle d’Aosta è una regione piccola ma dal cuore grande, visto che alle comunità francescane di Assisi e di Santa Maria degli Angeli sono stati donati, oltre all’olio comprato da un frantoio assisano, una copia ristampata del messale di Challant, copia del grande messale festivo della Collegiata aostana dei Santi Pietro e Orso un impotente manoscritto che il priore George Land Challant fece realizzare nel primo decennio del Cinquecento. Il codice, di grande formato, è arricchito di splendide miniature ed elementi decorativi e figurativi: la versione è stata stampata in un numero limitato di esemplari ed è completata da un volume di approfondimenti sulla storia del manoscritto e sulla sua particolarità nel contesto della storia dell’arte.
Per la Festa di San Francesco 2023 c’è poi un cesto con prodotti enogastronomici valdostani: realizzato dall’artigiana valdostana Nella Pardi con la tecnica dell’intreccio “vannerie” arricchito da un tessuto In canapa della Cooperativa femminile Lou Dzeut di Champorcher conteneva vino e cibo tipici della Valle d’Aosta. Ci sono poi una scultura in legno di noce alta poco meno di un metro con San Francesco e il Lupo di Gubbio, opera di Giangiuseppe Barmasse, una anfora in gres bianco chamottato contenente olio di Oliva realizzata dall’artista valdostano Fabio Cornaz, l’olio di oliva che la Valle d’Aosta, non avendo una grande produzione vinicola, ha comprato da un frantoio della zona, una casula artigianale a testa per il Sacro Convento e la Porziuncola, sempre realizzate dalla Cooperativa femminile Lou Dzeut di Champorcher, un portacandele realizzato in ferro battuto dal maestro fabbro valdostano Livio Mognol, e un contributo per il restauro di una cartagloria del 1645 con una raffigurazione dell’Ultima Cena atribuita a Bonaventura Bisi detto il Pittorino.
A ricordare le parole del Papa nella sua enciclica Laudato Si’, di cui oggi viene pubblicato una sorta di sequel – l’esortazione apostolica Laudate Deum sulla crisi climatica – anche monsignor Francesco Lovignana nella sua omelia: “San Francesco – le sue parole nell’omelia per la festa di San Francesco 2023 – ci fa capire che la pace ha a che fare con il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato, a partire dalle persone umane, che siamo chiamati a custodire e proteggere. Oggi forse ci inviterebbe a pensare al bambino che deve nascere, all’anziano e al malato che hanno bisogno di cura e di accompagnamento, al lavoratore che chiede dignità e sicurezza, al migrante che ha bisogno di accoglienza, alle famiglie che chiedono riconoscimento sociale e sostegno. Non c’è custodia del creato, non c’è conversione ecologica se non vi si include anche l’essere umano e il rispetto della sua dignità e delle sue coordinate creaturali, la sua natura, iscritta nel suo corpo e nel suo spirito. Il raggio si allarga fino ad abbracciare tutte le creature. Il Santo Padre, nell’Enciclica Laudato sì, ricorda che secondo Genesi le tre relazioni fondamentali che caratterizzano l’esistenza umana – con Dio, con il prossimo e con la terra – sono sconvolte dal peccato dell’uomo, cioè dall’«avere noi preteso di prendere il posto di Dio, rifiutando di riconoscerci come creature limitate». Continua il Papa: «Come risultato, la relazione originariamente armonica tra essere umano e natura si è trasformato in un conflitto (cfr Gen 3,17-19). Per questo è significativo che l’armonia che san Francesco d’Assisi viveva con tutte le creature sia stata interpretata come una guarigione di tale rottura». Rimettere a posto la relazione fondamentale con Dio significa rimettere a posto anche le relazioni con il prossimo e con la creazione. L’uomo, la donna che credono in Dio, che amano Dio, che fanno esperienza di Lui non possono non aprirsi a sentimenti di fraternità universale e prendersi cura del prossimo e della casa comune che è la creazione che Dio ci ha affidato”.
Seguiranno i saluti dalla Loggia: dopo fra Carlos A. Trovarelli, ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, parleranno il presidente della regione Valle d’Aosta Renzo Testolin, il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano, del vescovo Sorrentino e del sindaco di Assisi Stefania Proietti. Alle 16 i vespri pontificali in cappella papale presieduti da Mons. Giuseppe Anfossi, vescovo emerito di Aosta, a cui seguirà la processione alla Piazza superiore della Basilica, la benedizione all’Italia da parte di Mons. Sorrentino e la consueta esecuzione – da parte della Cappella musicale della Basilica di San Francesco – del Cantico delle creature di San Francesco musicato da p. Domenico Stella.La Festa di San Francesco 2023 si chiuderà domani con la sua parte laica, fiera in centro storico e tombolata.
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