Festa grande per Monsignor Domenico Sorrentino, che nel giorno della giornata mondiale del malato 2021 ha festeggiato anche i suoi primi 15 anni in diocesi. Intanto mercoledì 17 febbraio, giorno che segna il solenne inizio del tempo di Quaresima, nella cattedrale di San Rufino alle ore 17 la santa messa sarà presieduta dal vescovo e concelebrata dal vicario generale don Jean Claude Hazoumé Kossi Anani Djidonou, dal parroco e priore della cattedrale don Cesare Provenzi e da alcuni presbiteri religiosi e diocesani. La celebrazione verrà trasmessa in diretta su Maria Vision, sul sito della diocesi (www.diocesiassisi.it) e sulla pagina Facebook Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo.
“Dobbiamo riscoprire la forza della preghiera”, ha detto monsignor Domenico Sorrentino all’omelia della santa messa presieduta giovedì 11 febbraio nella chiesa di Santa Maria Sopra Minerva in occasione della Giornata mondiale del malato e festa della Beata Vergine Maria di Lourdes che ricorrono in concomitanza con l’anniversario del suo ingresso nella diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino avvenuto nel 2006.
“Nella crisi di fede che attraversa la nostra società – ha sottolineato il vescovo – questa pandemia viene vissuta in maniera nuova rispetto a quella dei secoli passati perché l’umanità ha sempre avuto, se non in questa espansione, in questa intensità, certamente crisi simili, ma quando venivano vissute nel tempo della fede la prima cosa che scattava nell’animo era la preghiera implorante. Si sapeva che il Signore ha nelle mani le sorti dell’uomo e della storia, si sapeva e si credeva che a lui ci si può rivolgere con fiducia e dunque la preghiera era il primo rimedio che veniva sentito come un’esperienza collettiva che riempiva di preghiera le case e le strade. Oggi – ha aggiunto – siamo nel tempo della crisi della fede e per molti affrontare questa situazione di crisi significa soltanto affidarsi alle risorse della scienza. Le due cose non stanno assolutamente in contrapposizione perché il Dio dell’amore è anche il Dio della scienza e tutto quello che viene da lui passa attraverso le nostre mani, i nostri scienziati, i nostri medici”.
All’inizio della celebrazione monsignor Domenico Sorrentino ha ricordato il suo ingresso in diocesi dalla piazza passando prima a visitare i ragazzi dell’Istituto Serafico. “Mi sembra davvero che quel momento sia stato per me un indirizzo che il Signore ha dato al mio ministero. Mi sono incontrato con l’Assisi della fragilità e oggi dopo quindici anni trovo una Assisi che si rivela tutta tanto fragile, come si rivela fragile il resto dell’Umbria, dell’Italia e del mondo. Questo virus – ha proseguito monsignor Sorrentino – ci sta insegnando che siamo tutti fragili, che siamo tutti in qualche modo malati e ci sta insegnando che il rimedio a tutto questo è l’amore che viene da Dio che passa attraverso di noi e si fa tenerezza, premura, consolazione, attenzione reciproca”.
Foto © Mauro Berti
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