C’è l’ospedale di Assisi al centro del progetto “La gestione delle ferite difficili nella rete vulnologica ospedale-territorio nella Usl Umbria 1”, quale strumento di pianificazione della presa in carico e quindi gestione, monitoraggio e valutazione del paziente con diagnosi di ferite difficili.
Il primo centro regionale interamente dedicato al trattamento delle ferite difficili, del piede diabetico e delle lesioni da pressione, tra cui le piaghe da decubito e gli esiti di eventi traumatici o chirurgici, diretto dal dr. Marino Cordellini, è stato lanciato nel 2018 proprio all’ospedale di Assisi e risponde a uno dei bisogni assistenziali ospedalieri ed extraospedalieri emergenti sotto il profilo sia sociale che sanitario. Per questo motivo l’Usl Umbria 1 dà attuazione (DDG n. 995 del 16/09/2022) al progetto che ha l’obiettivo di sviluppare l’integrazione tra i centri Hub e Spoke (distribuiti negli ospedali, poliambulatori e case della salute) e, nello specifico, tra il centro regionale con sede all’ospedale di Assisi (struttura specialistica multiprofessionale di vulnologia che accoglie pazienti da tutta la regione e anche da altre parti d’Italia) e gli ambulatori distrettuali ADI (assistenza domiciliare integrata) con il coinvolgimento dei medici di medicina generale. Si tratta di creare le condizioni strutturali ed organizzative affinché in ciascun distretto sia operativa un’equipe multiprofessionale di soggetti appartenenti a setting diversi, che garantisca la tempestiva presa in carico e la gestione di pazienti con diagnosi di ferita difficile, anche se questi ultimi sono difficilmente trasportabili e necessitano di cure da effettuare direttamente nella propria abitazione.
“La Rete vulnologica aziendale, così strutturata, – spiega Marino Cordellini, direttore della struttura aziendale di chirurgia plastica e ricostruttiva dell’Usl Umbria 1 – vuole evitare il pellegrinaggio degli utenti da un ambulatorio all’altro e consente la tempestiva presa in carico del paziente, affiancando i familiari per una collaborazione attiva al progetto e rappresenta il punto di riferimento in tutti i campi relativi alla cura delle lesioni cutanee (wound care). Il sistema a rete permette di instaurare un linguaggio comune in termini di appropriatezza delle procedure di wound care e di uniformità dei protocolli terapeutici definiti e condivisi. Una procedura – sottolinea Cordellini – attuata anche con l’azienda ospedaliera di Perugia. Ogni settimana uno specialista della equipe chirurgica di Assisi è impegnato per il controllo e la valutazione delle ferite difficili dei pazienti ricoverati nell’ospedale perugino insieme a operatori altamente qualificati del Santa Maria della , un importante esempio di collaborazione interaziendale”.
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