Il capogruppo regionale della Lega, Stefano Pastorelli, ha scritto una lettera alla presidente Donatella Tesei per chiedere che la “Giunta predisponga immediatamente un piano specifico di sostegno economico-finanziario, a fondo perduto, per il commercio tipico nelle località turistiche umbre che sta vivendo una crisi inesorabile ed ineludibile per l’emergenza sanitaria”. In un intervento congiunto il capogruppo Pastorelli e il vicepresidente dell’Assemblea Legislativa, Paola Fioroni, segnalano la crisi del turismo dovuta alla pandemia di Coronavirus spiegano la necessità di “dare una risposta a chi rischia di chiudere le proprie attività, anche attraverso la sospensione del pagamento dei tributi regionali”. A rischio molte realtà umbre, come Assisi, Gubbio, Montefalco, Spoleto, Todi, Orvieto, Spello e tante altre.
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“Queste piccole attività – spiegano in una nota congiunta Pastorelli e Fioroni- non hanno possibilità di immediata ripresa, in quanto strettamente connesse al settore ricettivo. Con la chiusura nazionale agli spostamenti delle persone, anche interregionali, c’è stato un azzeramento della presenza di turisti che hanno già disdetto tutte le prenotazioni fino a settembre. Questo ha comportato il crollo delle prospettive di lavoro per queste numerosissime attività, con il rischio che tale situazione si protragga anche nella stagione estiva, come prospettato dal Governo nazionale in Conferenza Stato–Regioni, dove l’atteggiamento dell’Esecutivo sembra essere dirigistico e centralistico. Per questo occorre salvaguardare l’esistenza del bene più prezioso su cui è ricamato ad arte il nostro tessuto economico e di cui è impregnata la storia della comunità umbra, costituita da tradizioni, tipicità, unicità e bellezze, che si sviluppano soprattutto all’interno dei nostri borghi, che rischiano di svuotarsi”.
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“Stiamo parlando – proseguono Pastorelli e Fioroni – di attività come quelle che commerciano oggettistica relativa al turismo religioso o artistico, ma in generale tutte quelle inserite nei centri storici delle nostre mete turistiche, in particolare quelle dei comuni con meno abitanti, autentiche perle rare ma abituate a milioni di turisti, come Assisi, Gubbio, Montefalco, Spoleto, Todi, Orvieto, Spello e tutte le altre nostre bellissime realtà. Musei a cielo aperto, che vivono quasi esclusivamente di turismo e di tutto il suo indotto”.
“Organizzazione di eventi e spettacoli, enogastronomia con ristorazione anche veloce, commercio di tutti i nostri prodotti tipici e artigianato umbro (orafo, tessile, ligneo), oggettistica sacra, souvenir. Sono tutti settori – conclude la nota – che con la crisi del turismo soffriranno in maniera abnorme per le limitazioni del contenimento sociale e le restrizioni imposte dal Governo. Misure di cui anche la Regione, per ciò che è possibile, deve farsi carico, al fine di dare risposte a quei cittadini che esercitano queste forme di piccola impresa e di commercio e che proprio con le imposte sul proprio lavoro contribuiscono da sempre a rendere i servizi disponibili per tutti, anche nella nostra Regione”.
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